C’è la proroga fino al 2033, ma è ’fragile’

Il futuro dei bagnini di Pesaro è incerto: proroga comunale fino al 2033 contrasta con la decisione del Consiglio di Stato di mettere a gara le concessioni balneari entro il 2025. Paralisi degli investimenti e confusione regnano, mentre il governo tace.

I 92 bagnini di Pesaro dormono con un occhio solo. Da una parte sanno di aver avuto dal Comune una proroga delle concessioni balneari fino al 2033, dall’altra sono sul chi va là perché il Consiglio di Stato ha appena smentito il governo (e dunque anche la loro proroga comunale) affermando che tutte le concessioni balneari in Italia devono essere messe a gara con modalità di carattere europeo a partire dal primo gennaio 2025. Chi ha ragione? Dice l’assessore Riccardo Pozzi: "Siamo nella paralisi totale degli investimenti da parte dei titolari degli stabilimenti balneari. Non sanno cosa fare perché il Governo non offre nessuna risposta. Così i bagnini non comprano nemmeno i lettini o gli ombrelloni, ma si limitano ad effettuare investimenti minimi. Proprio ora che siamo una città che offre ai visitatori e turisti tantissimi motivi per arrivare in città".

Ma facciamo una piccola cronistoria: Il Comune di Pesaro, con delibera di giunta n.137 del 6 agosto 2019, riprendendo delle disposizioni regionali del marzo 2019, ha chiesto a tutti i bagnini titolari di concessione di fare domanda di rinnovo. In gergo si chiama procedura ad evidenza pubblica, che non ha nulla a che vedere però con un bando di gara europeo come invece impone sia le legge Bolkestein che il Consiglio di Stato. Dice l’assessore Pozzi: "Abbiamo applicato la legge in vigore nel 2019, ma non sappiamo se il governo riterrà corretta la nostra estensione perché non si è più espresso, nè rispetto alle eventuali modalità di gara nè rispetto ai rinnovi/proroghe".