"Ci hai insegnato ad amare la vita". Musica balcanica per l’addio a Sara

Tanta partecipazione e lacrime per il funerale della mamma di 44 anni vinta da una grave malattia. Lo struggente saluto del fratello, l’assessore Etienn Lucarelli: "Ogni cosa per te era piena di gioia".

"Ci hai insegnato ad amare la vita". Musica balcanica per l’addio a Sara

"Ci hai insegnato ad amare la vita". Musica balcanica per l’addio a Sara

Una distesa di gerbere rosa e gigli bianchi e gialli ad abbracciare la bara di legno chiaro, su cui spiccava la foto sorridente di Sara e un cuscino di rose rosse del marito Alessandro, sposato poco più di tre mesi fa proprio in quella piccola chiesa di Madonna del Ponte, di nuovo traboccante di amici. "Ci spiace per chi è rimasto fuori - ha detto al termine della funzione il fratello Etienn Lucarelli - ma per la nostra famiglia questo è un luogo speciale e non potevamo che salutare qui la nostra Saretta".

Poco prima era stato monsignor Antonio Interguglielmi a cercare di spiegare i misteri della vita e della morte di una mamma che aveva appena compiuto 44 anni, da poco moglie, figlia e amica amatissima, per quella solare leggerezza che ha sempre avuto nell’affrontare la vita. E che nella malattia è stata un esempio per tanti. "Sara è stata una grazia per tutti noi - ha detto il monsignore -. Ha affrontato la malattia con la certezza che siamo fatti per l’eternità, che ci rivedremo presto nel regno dei cieli. Era già proiettata verso la resurrezione, per questo oggi in accordo con il marito non vesto di viola ma di bianco, il colore di quella festa e del matrimonio che Sara pochi mesi ha celebrato qui. Era così felice. Aveva capito! Tant’è che neppure la sofferenza degli ultimi giorni ha scalfito il suo animo e la fede che aveva trovato. Quando sono andato a trovarla ha voluto fare con gioia l’unzione degli infermi. Ha insistito. E dire che tante volte si fa fatica persino ad essere accolti in casa".

Era un’anima bella Sara. Solare e gioiosa. E così è stata anche l’uscita del feretro, accolta con un applauso dalle tante persone sul sagrato, e con le travolgenti note balcaniche suonate dagli Obelisco Nero, l’ensemble in cui suona il cognato. L’allegria folk di ‘Serbian Cocek’ e ‘Odessa Bulgarish’ hanno asciugato le lacrime di tanti, accarezzando l’anima di chi per un attimo l’ha ricordata danzare libera e felice ai loro concerti. Una musica che esorcizza la morte, come ha fatto lei fino alla fine, con un attaccamento alla vita che è stato un lascito importante per tutti. Lo sa il marito Alessandro che ha voluto concludere così la cerimonia, lo sa il cognato Andrea che si è sforzato di sorridere suonando il contrabbasso fuori dalla chiesa e lo sa bene il fratello Etienn, che poco prima, tra le lacrime, ha letto una "letterina" alla sua "piccola grande Sara".

"Piccola per quei 5 anni che ci separano - ha spiegato - e per i quali ho sempre sentito di doverti proteggere. Ma non ci sono riuscito. Grande perché mi hai insegnato che la vita è bella e va sempre onorata. Sei stata un esempio per tutti noi. Fano non ti bastava e hai girato ogni angolo per rincorrere i tuoi sogni. Quando hai saputo della malattia ci hai fatto coraggio: ‘Vedrete, si risolverà tutto’ ma poi ti sei fermata perché avevi un desiderio ‘Vorrei donare una vita a questo mondo’. Ogni cosa con te era piena di gioia, energia e vita. Questo mi hai insegnato. Ciao Saretta".

Tiziana Petrelli