Ciao ’comandante’ Quel ’giro’ in bici nella sua città lungo mezzo secolo

E’ stato vicesindaco sia di Giovanelli che di Ceriscioli, aveva 79 anni . La tappe della vita: il lavoro al laboratorio analisi, il tifo per la Vuelle,. la passione per gli Orti Giuli. Medaglia al petto: riaprire Rocca Costanza.

Ciao ’comandante’  Quel ’giro’ in bici  nella sua città  lungo mezzo secolo

Ciao ’comandante’ Quel ’giro’ in bici nella sua città lungo mezzo secolo

Un giro in bici lungo 50 anni dentro la storia di questa città, era Ilaro Barbanti. E’ morto ieri. Perché con lui si passa dall’ospedale San Salvatore dove lavorava al laboratorio analisi, fino alle scalinate della Fondazione Cassa di Risparmio perché era un ‘figlio’ politico dell’ex presidente Gianfranco Sabbatini. Si passa dalle balaustre del vecchio palas come tifoso focoso di basket, ai grandi giri in moto per diversi paesi europei con gli amici di una vita e dove era soprannominato "il comandante". Con lui si entra anche dentro a Rocca Costanza ed anche dentro gli Orti Giuli. Storia particolare quella degli Orti Giuli, perché la gioventù Ilaro Barbanti l’ha passata al circolo Pizzioli di Santa Lucia dove aveva appreso anche i primi rudimenti del basket nel campetto interno. Una passione che assieme agli amici lo aveva portato a costituire anche una squadra. Quella parrocchia di Santa Lucia che dista poche centinaia di metri proprio dagli Orti Giuli, luogo molto vissuto fino agli anni Ottanta. Luogo della gioventù che voleva far rivivere con la costruzione di un bar interno. Una vicenda che per Ilaro Barbanti, al tempo vicesindaco con Luca Ceriscioli sindaco, fu più fonte di dispiaceri che altro: contestazioni prima e progetto bloccato poi, con intervento anche della magistratura. Ancora una incompiuta a distanza di decenni.

Partito come oppositore, lui di matrice democristiana, poi con il Partito Popolare appoggià l’elezione di Luca Ceriscioli alla guida della città. E’ stato vicesindaco anche con Oriano Giovanelli, oltre che assessore ai Lavori Pubblici. In questo ruolo, forse perché nato come tifoso nella ‘bolgia’ del vecchio palas, aveva anche cercato di iniziare una trattativa con un grosso gruppo immobiliare del nord per cedere il nuovo palasport della Torraccia per le difficoltà che c’erano nella gestione ed anche per gli alti costi sociali. La sua medaglia al petto? Sicuramente l’aver acceso i fari su Rocca Costanza, la fortezza dei fantasmi fatta eccezione per un grande iniziativa fatta dal Fai con migliaia e migliaia di visitatori e con un concerto della filarmonica di Berlino. Un bengala isolato.

Barbanti riuscì nell’impresa di farla prima illuminare e poi con l’amico Guidumberto Chiocci organizzò, attraverso gli Amici della Lirica, una serie di concerti estivi che riportano la città dentro questo luogo centrale, tanto bello per quanto sconosciuto.

Barbanti era anche un Rotariano della prima ora. Amici da ragazzini, Agostino Cesaroni ricorda così Ilaro Barbanti: "Eravamo amici fraterni dai tempi della scuola. Faccio parte di quelle tante persone che hanno avuto la fortuna di condividere con Ilaro i momenti belli e meno belli della vita. E’ stata una persone spontaneamente altruista e sempre disponibile per chi aveva bisogno di aiuto. Capace, competente e coinvolgente nella famiglia, nelle amicizie, nell’ambiente sportivo, nell’ospedale nel quale ha lavorato e nel Comune dove è stato assessore e vicesindaco. E’ stato un amico e un cittadino esemplare".

Da tempo affetto da una malattia che non lascia scampo e ieri mattina ha cessato di vivere a 79 anni. Lascia oltre alla moglie Tiziana, i figli Ludovica e Giuseppe. I funerali si svolgeranno domani alle 15,30 nella sua parrocchia, quella di Cristo Re.

m.g