Ciechi e ipovedenti: ecco lo sportello di aiuto

A Montecchio di Vallefoglia, l'Uici ha aperto uno sportello di ascolto e aiuto per ciechi e ipovedenti, offrendo supporto pratico e tecnologico. La presidente Mencarini sottolinea l'importanza della riabilitazione e del sostegno psicologico per chi perde la vista.

Ciechi e ipovedenti: ecco lo sportello di aiuto

Ciechi e ipovedenti: ecco lo sportello di aiuto

Un aiuto concreto per ciechi e ipovedenti: a Montecchio di Vallefoglia c’è un nuovo sportello di ascolto e aiuto pratico per chi ha perso la vista, voluto dall’Uici, Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti della presidente provinciale Maria Mencarini, assistita dal socio volontario Stefano Grasso. Il parroco Don Marco di Giorgio ha messo a disposizione locali che saranno adibiti ad accogliere gli utenti. Lo sportello è aperto due pomeriggi alla settimana a Montecchio, precisamente nella Parrocchia di Santa Maria Assunta in piazza Giovanni XXIII.

"Abbiamo aperto anche qui per necessità, in questa comunità questo tipo di disabilità sta aumentando – ha commentato la presidente Uici Maria Mencarini –. È stata una nostra proposta, un socio abita a Vallefoglia e ha pensato di restituire alla sua città quello che lui ha ricevuto in associazione. Offriamo aiuti concreti: conoscenza dell’associazione, svolgimento delle pratiche burocratiche, supporti tecnici e tecnologici con strumenti come ad esempio l’orologio e la bilancia parlante, ma anche abilitazione e supporto. I ciechi oggi possono fare tutto, aiutati dalla tecnologia, purché ci siano strategie e mezzi giusti".

In provincia sono quasi 5000 le persone con disabilità visiva, e l’Uici è molto attiva per cercare di aiutarli anche con pratiche burocratiche, strumenti tecnologici e supporto psicologico, con 30 volontari, di cui una decina senza problemi visivi. "Se uno nasce cieco gli si insegna tutto, ma c’è anche chi la vista la perde, come me – ha continuato Mencarini –. Queste persone devono essere riabilitate, imparare a rifare tutto in modo diverso e a usare gli altri sensi. Io ho cresciuto una figlia da cieca, mi è stato insegnato, e oggi faccio da supporto insieme ai nostri professionisti a persone cieche e ipovedenti. Fino al 1995 la sanità pagava questi professionisti, poi non si è più fatto più e allora forniamo il loro aiuto noi, come associazione. Solo nella nostra provincia ne abbiamo 5, e il loro apporto è fondamentale".

Lucia Arduini