CLAUDIO SALVI
Cronaca

Come affrontare la morte? "Negandola"

“La vita che ti diedi“ di Luigi Pirandello (fino a domenica al Rossini di Pesaro) in scena con Daria Deflorian. Regìa di Stéphane Braunschweig

Come affrontare la morte? "Negandola"

Come affrontare la morte? "Negandola"

Un titolo tra i meno frequentati di Luigi Pirandello in scena fino a domenica al Teatro Rossini in un allestimento prestigioso e imperdibile: quello di Stéphane Braunschweig, tra i principali registi della scena teatrale contemporanea e direttore artistico dell’Odéon – Théâtre de l’Europe di Parigi con un grande cast composto da Daria Deflorian, Federica Fracassi, Cecilia Bertozzi, Giulia Odetto, Fulvio Pepe, Enrica Origo, Caterina Tieghi, Fabrizio Costella.

Dopo Sei personaggi in cerca d’autore, I giganti della montagna, Vestire gli ignudi e Come tu mi vuoi, La vita che ti diedi, scritta nel 1923, è la tragedia più struggente del grande drammaturgo siciliano sul tema della maternità e del lutto. A parlarcene, la protagonista, Daria Deflorian.

Come mai la scelta di questo titolo?

"La scelta è stata di Stephane (il regista, ndr), al suo quinto allestimento con le opere di Pirandello; per lui una vera e propria passione. Ci pensava già da un po’ di anni ed una volta mi disse “ho pensato di farla con te“. Ed eccoci finalmente incontrarci sulla scena in questo percorso pirandelliano. E’ un testo scritto nel 1923 con protagonista e protagoniste delle donne; un’opera concepita da Pirandello per Eleonora Duse anche se non venne mai recitata dall’attrice".

Cosa ha trovato di particolare in questo testo?

"E’ un’opera fortemente condizionata dalla guerra e dalla morte con Pirandello angosciato dall’idea di perdere i figli al fronte. Ma c’è di più in quest’opera. Non dico un’eresia se penso a Pirandello come un grande anticipatore, una sorta di pioniere. Parlare di lutto e di maternità e di condizione femminile nel 1923 in maniera così profonda, direi quasi filosofica, è davvero straordinario".

E’ stato fatto qualche aggiustamento al testo?

"Il testo è rimasto pressochè identico, e anche questo dimostra la sua attualità. Quest’opera arriva dopo il grande successo personale di Pirandello con I sei personaggi in cerca d’autore e I giganti della montagna. E’ un testo compatto, non lungo (dura meno di un’ora e mezzo), ma davvero molto avvincente".

E il suo personaggio?

"E’ già definito sin dalla prima scena con una madre che cerca di sopravvivere alla morte del figlio a causa della guerra. In che modo? Semplice, negando che sia morto. E’ una donna molto forte, indurita dal dolore, dalla solitudine, che però non si piega mai al dolore e che nella sua ostinata e disperata negazione trova il suo modo per continuare a vivere e di fatto sopravvivere alla morte del figlio".

Sullo sfondo la guerra, la morte di giovani al fronte. Un’opera che potrebbe essere stata scritta ieri…

"Già proprio così. Con tante vite spezzate sui campi di battaglia non lontani da noi si può dire che l’uomo non abbia imparato proprio nulla dalla storia".

Biglietti in vendita al Rossini.