Con Futura i quattro “no“ di Crespini

La candidata sindaco detta i “pilastri“ del suo programma elettorale. "Serve una visione policentrica e di città diffusa"

Con Futura i quattro “no“ di Crespini

Con Futura i quattro “no“ di Crespini

La proposta per le politiche urbanistiche di Francesca Crespini e di Futura, lista civica a lei connessa, posa su quattro pilastri: "no" alla vendita di Santa Chiara, "no" all’industrializzazione della piana di Gaifa, "no" al degrado nei quartieri intorno al centro storico di Urbino e "no" alla discarica di Riceci. A tali negazioni, il gruppo affianca delle ipotesi progettuali che la candidata a sindaco avanza, tra cui spicca l’idea di un Politecnico delle arti. "Santa Chiara è stata inserita nel Piano alienazioni del Comune, ma questa vendita va fermata – spiega Crespini –. Abbiamo avviato una raccolta firme per opporci, che vogliamo portare anche al mercato cittadino con un banchetto. Dobbiamo smetterla di svendere il nostro patrimonio: Santa Chiara andrebbe concessa in uso gratuito all’Isia, e lo stesso andrebbe fatto con Palazzo Odasi per l’Accademia di Belle Arti, che oggi ne paga l’affitto. Sono soldi sottratti alla formazione offerta da questi istituti, che rischiano di essere trasferiti altrove. Di sicuro il Ministero non comprerà Santa Chiara, piuttosto sposterebbe l’Isia a Pesaro. Il Comune non deve fare l’affittuario, ma mettere al tavolo Università, Isia, Accademia e Cappella musicale, fondando un Politecnico delle arti. Sarebbe una realtà inedita per le Marche e consentirebbe di rigenerare l’economia di Urbino, attraendo studenti e addetti ai lavori, che poi potrebbero curare un riallestimento di aree cittadine, rivitalizzando palazzi vuoti e i tanti negozi sfitti del centro storico, magari con degli sgravi fiscali. Dev’essere il Comune a far girare l’economia, creandone una circolare, in cui i benefici degli investimenti ricadano su tutti cittadini".

A proposito di aree inutilizzate, Crespini ne indica una in particolare, per cui avrebbe in mente uno scopo: "In via Martin Luther King, dove una volta c’erano anche negozi, c’è un palazzo abbandonato e che si svuoterà completamente con lo spostamento della mensa. Lì si potrebbe creare uno spazio polifunzionale per famiglie, con doposcuola e area giochi interna, anche per consentire alle mamme di affidare i propri figli a educatori e animatori professionisti mentre lavorano, di pomeriggio".

Poi le periferie e le frazioni, che ora tutti chiamano borghi, entrambe definizioni da superare secondo Futura: "Dobbiamo parlare di visione policentrica e città diffusa, in cui ogni centro abbia una propria peculiarità. Per questo diciamo no all’industrializzazione a Gaifa. Lì dobbiamo investire sul turismo rurale, coinvolgendo anche altre aree come Torre San Tommaso: perché non creare un turismo delle cascine e investire sull’albergo diffuso? Inoltre, potremmo stipulare una convenzione con Fossombrone per una “passeggiata archeologica“ e poi Canavaccio ha anche da sfruttare l’area ex Osca, dove dovremmo creare un’arena per grandi eventi e concerti".

Infine, uno sguardo al circondario: "Il Pnrr dà tante possibilità in campo sanitario, noi proponiamo di aprire delle case della salute sul versante della valle del Foglia, in collaborazione con Comuni come Sassocorvaro Auditore e Montecalvo. È una zona naturale a cui guardare, ci sono anche già strutture di proprietà pubblica, per creare un servizio per le persone e alleggerire il Pronto soccorso. A proposito di territori confinanti, siamo contrari alla costruzione della discarica a Riceci. Al tempo della permuta con l’Università per il Petriccio, Urbino ha acquisito 300 ettari di parco e una decina di casolari a Pallino, in cui si potrebbe fare magari anche un albergo diffuso: se hai rilevato quell’area, come puoi votare (nel Cda di Marche multiservizi, ndr) per tre volte a favore di un impianto del genere, che sorgerebbe lì vicino?".

Nicola Petricca