Condomìni, c’è il building manager: "Vi troviamo pure badanti e medici"

Addio al ’vecchio’ amministratore burocrate. La gestione degli immobili ora punta anche sul welfare .

Condomìni, c’è il building manager: "Vi troviamo pure badanti e medici"

Condomìni, c’è il building manager: "Vi troviamo pure badanti e medici"

È destinato a finire in soffitta il ‘polveroso’ amministratore-contabile. Al suo posto, arriva il building manager. Da Fano parte la ‘rivoluzione’ dei condomìni nel territorio provinciale, che è già realtà nel resto d’Europa e che sta prendendo piede nelle grandi città italiane. Tra i protagonisti di questa profonda trasformazione, che segnerà il 2024, non poteva che esserci un Millennial, Andrea Olivi, presidente provinciale di Aiac (Associazione italiana amministratori condomini). "Siamo – afferma Olivi, 29 anni, laurea in Economia e Management all’Università di Urbino, titolare con il padre della società Condomina – di fronte ad un vero e proprio cambiamento culturale nella gestione immobiliare dove emergono nuovi attori e ruoli e tra questi spicca la figura del ‘building manager’".

Partiamo da qui: chi è il building manager che ruolo svolge?

"E’ la figura che si occupa di risolvere tutti i problemi del condominio, sia dal punto di vista sociale, sia per quanto riguarda la manutenzione. Centrale è il coinvolgimento dei Millennials, generazione che sta ridefinendo le priorità nella gestione immobiliare, con soluzioni più orientate al benessere collettivo".

Quando si parla di benessere collettivo riferito ad un condominio, cosa si intende?

"La visione del condominio del futuro va oltre la semplice efficienza energetica e tecnologica degli edifici. Si tratta di creare spazi comuni che soddisfino le esigenze sociali, culturali e di welfare dei residenti assicurando servizi come badanti di condominio, parchi giochi, ludoteche, biblioteche comuni, lavanderie e punti di pronto intervento con telemedicina. Un nuovo paradigma del vivere insieme".

La cosiddetta ’rivoluzione dei condomìni’ è realtà nei Paesi europei e sta prendendo piede nelle principali città italiane: un processo irreversibile?

"Penso proprio di sì. Elemento cruciale di questo cambiamento è il confronto con modelli condominiali avanzati di altri Paesi europei. La Francia, ad esempio, ha società di amministratori quotati in borsa, mentre la Spagna ha affidato l’amministrazione condominiale alle banche. Questi esempi dimostrano che il nostro sistema condominiale, spesso considerato ‘vecchio’ e inadeguato, deve cercare nuove vie per adeguarsi alle richieste dei tempi moderni".

La preoccupazione dei condòmini è che più servizi comportino maggiori costi: è così?

"Effettivamente c’è il timore comune di un aumento delle spese condominiali a causa dei nuovi servizi. Tuttavia, l’approccio autosufficiente degli edifici e la riduzione della dipendenza dal welfare esterno possono portare a un risparmio complessivo per i proprietari. In questo contesto, la figura dell’amministratore-manager è cruciale: il professionista non è solo un amministratore contabile, ma un gestore strategico che si occupa di adeguatezza dei fornitori, incremento di app intelligenti per il pronto intervento, abbattimento dei costi e obiettivi di efficienza".

Ma come convincere i condòmini dei vantaggi che derivano da una gestione più evoluta del proprio fabbricato?

"Coinvolgere i proprietari nella trasformazione del condominio è essenziale. Devono considerare il condominio non come un’entità isolata, ma come un luogo dove trovare servizi, vivere in serenità e investire i propri risparmi con la consapevolezza di un ritorno tangibile sulla qualità della vita quotidiana".

Anna Marchetti