Crisi all’Unione Montana: se ne va Fernanda Sacchi

Il presidente si dimette tra le polemiche. "Non c’è da tempo il clima giusto"

Crisi all’Unione Montana: se ne va Fernanda Sacchi

Crisi all’Unione Montana: se ne va Fernanda Sacchi

Fernanda Sacchi si è dimessa da presidente dell’Unione montana Alta valle del Metauro. A dicembre, il sindaco di Mercatello sul Metauro ha rimesso il proprio incarico, che ricopriva dal 2017, spiegando le ragioni tramite una lettera, aperta durante l’ultima seduta del Consiglio. "In sei anni ne ho accumulate abbastanza – commenta –. Non c’è una vera idea di Unione montana, si fanno differenze tra comuni grandi e piccoli, tra chi ha più abitanti e chi meno. Però, questa, non è la finalità indicata nello statuto dell’Ente".

Alla base delle dimissioni ci sono dei contrasti maturati negli anni, anche con altri sindaci dell’Unione, e Sacchi, nella lettera, lamenta una mancanza di rispetto verso la propria figura. Tra le ragioni citate c’è pure la questione della discarica di Riceci: "Da presidente, non condividevo l’orientamento di Marche Multiserivizi e di altri sindaci. Come Unione montana, avremmo dovuto prendere una posizione, ma non è successo, allora l’ho fatto personalmente, come tesserata di Forza Italia, e si è creato il putiferio. Poi ho avuto idee contrastanti con il gruppo per quanto riguarda il piano d’Ambito dei rifiuti. Subito dopo il mio voto contrario, per altro, arrivò una lettera con cui MMS diceva di aver messo in stallo i trasferimenti di denaro all’Unione per il 2022-’23. La cosa si è poi risolta, ma in quel momento ci blocco la redazione del bilancio e il trasferimento di fondi ai Comuni. Non posso essere sicura che il fatto sia riconducibile alla mia votazione, ma dei dubbi li ho avuti".

In aggiunta, Sacchi parla di alcune divergenze con i sindaci di Urbino e Fermignano, Maurizio Gambini ed Emanuele Feduzi: "Le differenti vedute sulla Fano-Grosseto, rispetto a Gambini, hanno inciso. Ci sono state anche altre cose, ma sulla E78, lo dico da sindaco, avrei voluto una posizione diversa dell’Unione. Non sono contraria alla Fano-Grosseto, però ci sono situazioni che avremmo dovuto affrontare come territorio unito. Infine, nell’ultima Giunta sono state dette cose che mi hanno dato fastidio, come da Feduzi, che non era felice di alcune decisioni prese dopo essere state condivise. Mettere in discussione ripetutamente l’operato e le scelte, sempre, e dico sempre, condivise in Giunta e in Consiglio non è ciò che mi aspetto dall’Unione".

A prendere il suo posto, fino a fine mandato, sarà la vicepresidente Cristina Belpassi, sindaco di Peglio. Il nuovo presidente dovrebbe decidersi dopo le elezioni amministrative di giugno. Nonostante l’amarezza, Sacchi parla però anche di importanti traguardi raggiunti: "L’ente è quasi del tutto rinnovato, è solido e ha personale valido. La ripartenza cominciò con Daniele Tagliolini: di politici come lui, che tengono veramente al territorio, forse non ce ne sono più. Questa era la funzione dell’Unione quando l’abbiamo ricostituita, e lui ne fu il fautore, affiancando l’allora presidente Romina Pierantoni. Poi ci sono stati momenti impegnativi, ma anche risultati, come la creazione della polizia locale associata. Insieme al sindaco di Urbania, Marco Ciccolini, abbiamo anche trovato un comandante, Davide Felici, e un sostituto per il nostro dirigente, andato in pensione, che è Marco Feduzzi, il quale ha dato una svolta all’ente. Sembra che nell’Unione montana non si faccia niente, ma è falso, e, quando si attacca il presidente perché politicamente fa comodo, la cosa ricade anche sul personale".

Nicola Petricca