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Davide, dolore e lacrime. Morto a 7 mesi dall’ictus

Addio a Perugini, l’edicolante di piazzale Matteotti: aveva 52 anni. La sorella: "Stava migliorando, poi un altro problema ha compromesso tutto". .

Davide orgoglioso davanti al chiosco che aveva gestito per ben 32 anni

Davide orgoglioso davanti al chiosco che aveva gestito per ben 32 anni

Si è spento ieri mattina Davide Perugini, l’edicolante che per ben 32 anni della sua vita aveva gestito il chiosco di piazzale Matteotti. Un vero punto di ritrovo per tante persone, alle porte del centro storico, soprattutto per gli appassionati di basket di cui Davide era un fine intenditore, tanto che per un lungo periodo ne scriveva anche, per la testata Pu24. Avrebbe compiuto 53 anni a novembre, ma putroppo l’ictus che lo aveva colpito lo scorso 26 marzo non gli ha dato scampo. "I medici ci avevano avvisato subito che era stato devastante – racconta, addolorata, la sorella Mara –. Nella struttura ’Luce sul mare’ di Santarcangelo di Romagna, dove aveva svolto la riabilitazione, pareva che si fosse ripreso: era vigile, rispondeva se chiamato, mangiava da solo, erano rinate delle speranze di una vita dignitosa per lui".

Poi, quando i sei mesi previsti dalla legge sono scaduti, Davide è stato trasferito all’Apsella, nella nuovo struttura della Civitas: "Ma pochi giorni dopo ha avuto un altro problema che l’ha riportato in ospedale e da lì in poi si è spento lentamente. Io e mio padre siamo sollevati solo per il fatto che nel momento del trapasso non ha sofferto, ma era davvero troppo giovane per andarsene. Aveva tanti amici che gli volevano bene e questo mi conforta – dice Mara Perugini –, tanto che avevo creato una chat per tenerli informati delle sue condizioni di salute. Alcuni avevano trovato il coraggio di andarlo a trovare, ma non era facile vederlo consumarsi così". Uno di questi era stato Marco Manzini, che non lo conosceva ma che, essendosi ripreso dopo un mese di coma oltre ogni aspettativa, aveva voluto incontrarlo per dargli coraggio: "Ci speravo con tutto il cuore che potesse riprendersi" dice ora Marco. Ma c’è anche chi con Davide era cresciuto, come Fabrizio Panzavolta: "Lo conoscevo dal 1978 – dice –: da piccoli eravamo sempre insieme nell’Inferno Biancorosso".

Anche se lui ultras non era mai stato, anzi era un ragazzo calmo e riflessivo, molto intelligente ed ironico. Non è stato fortunato, purtroppo: aveva già perso la madre anni fa e il fatto di abitare da solo non l’ha aiutato quando è stato colpito dall’ictus perché per alcune ore, durante la notte, era rimasto in stato di incoscienza. Chi vorrà dare l’ultimo saluto a Davide potrà farlo lunedì alle 16 nella chiesa di Villa San Martino, il quartiere in cui viveva, dove verranno celebrati i funerali.

Elisabetta Ferri