"Domani un mistero, ma oggi è un dono e si chiama presente"

L'autore giapponese Toshikazu Kawaguchi racconta di una caffetteria misteriosa che permette di viaggiare nel tempo, ma solo finché il caffè è caldo. Un'opportunità per confrontarsi con il passato e riflettere sul valore del presente.

"Finché il caffè è caldo". Cinque regole e una caffetteria misteriosa per viaggiare nel tempo. È così che lo scrittore giapponese Toshikazu Kawaguchi racconta le vite dei propri personaggi. Un viaggio nel passato per ascoltare parole rassicuranti o leggere un amore scritto in una lettera mai consegnata. Parlare della propria vita sorseggiando caffè in un locale sotterraneo dove non ci sono finestre e dove il tempo scorre in modo bizzarro. Soltanto una sedia è quella dove ci si può sedere per essere catapultati nel passato. Non ci si può spostare.

Si possono incontrare solo persone che sono già state nella caffetteria. Non si può cambiare il presente, forse è questa la regola più dura con la quale fare i conti. Il viaggio va effettuato finché il caffè è caldo; se il tempo dovesse essere sforato… meglio non scoprirlo. Credo che il ritorno al passato sia un desiderio comune. Immaginate di poter rincontrare, anche solo per qualche istante, una persona cara che non c’è più e di poterle dire tutto quello che non avete mai avuto il coraggio di dirle. O semplicemente tornare indietro per poter cambiare un atteggiamento sbagliato e chiedere scusa. Quali sarebbero gli effetti collaterali? Sarebbe un bene o un male avere in questo caso una seconda possibilità?

Credo che sapere di avere a disposizione un modo per cambiare le cose o per poterle rivivere, può solo farci agire con superficialità, dando per scontato che ogni errore possa essere rimediato e che ogni emozione possa essere replicata. È, in un certo senso, un dovere vivere il presente con consapevolezza e con i piedi ben ancorati a terra, senza perdersi in sciocchezze ed evitando di sprecare energie preziose per cose e situazioni futili. "Ieri è storia. Domani è un mistero, ma oggi è un dono, per questo si chiama presente".

Asia D’Arcangelo