Ecco l’Esercito del futuro Al 28° Reggimento Pavia i professionisti della pace

Viaggio alla caserma “Aldo Del Monte“ tra tecnologie e specialisti della comunicazione. L’Unità per le Comunicazioni Operative in prima linea per dialogare con le popolazioni.

Ecco l’Esercito del futuro  Al 28° Reggimento Pavia  i professionisti della pace

Ecco l’Esercito del futuro Al 28° Reggimento Pavia i professionisti della pace

Le nostre Forze Armate sono da decenni un esempio studiato in tutto il mondo per la capacità davvero unica di creare relazioni con altri popoli, per creare un clima di fiducia con le popolazioni civili negli scenari più vari. Tutto questo non nasce solo dalla propensione tipicamente italiana di creare empatia: dietro ci sono studi, ricerche, attenzione per la conoscenza delle culture altrui e soprattutto una forte sensibilità anche dei singoli militari. L’epicentro di tutto questo è a Pesaro, alla caserma “Aldo Del Monte“, forse il monumento periferico più noto al di là delle mura della città, prima di arrivare alle Ville Caprile e Imperiale. La “Del Monte“ quasi fronteggia Porta Rimini – l’unica barriera della antica cinta muraria di forma pentagonale, qui rimasta in piedi quasi per miracolo – e l’arco che porta i segni del Risorgimento dialoga con l’architettura più severa della caserma. In qualche modo questo fronteggiarsi segna la continuità della storia italiana, dal Risorgimento ad oggi.

Al di là delle mura di cinta della caserma, come abbiamo raccontato più volte da queste colonne, opera il 28° Reggimento “Pavia“ che dal 1° marzo del 2004 si occupa di “Comunicazioni operative“. Una definizione, quando venne annunciata per la prima volta, che sembrava quasi astratta, ma oggi è pane quotidiano nel racconto di ogni guerra. Le strategie comunicative dell’Esercito Italiano e, per estensione, del lavoro degli italiani nel contesto dell’Alleanza NATO, passano per Pesaro, alla caserma “Del Monte“.

Un impegno enorme e una responsabilità immensa per chi lavora al 28°, perché "la percezione di quello che accade nelle missioni che vedono il coinvolgimento dell’Italia, passa dagli specialisti del 28° Pavia", spiega il Comandante del Reggimento, il colonnello Antonio Di Leonardo. La comprensione degli scenari nei luoghi dove operano le Forze Armate italiane passa per il filtro del 28°, che include il fior fiore degli specialisti italiani in campo militare.

Quando si è in missione – ci è stato fatto notare – uno dei problemi rilevanti è come comunicare con le realtà locali. Chiaramente non sono tutte uguali, agire in Iraq o Afghanistan non è stato e non è come lavorare in Libano o Kosovo. E’ in questo contesto che prende il sopravvento la capacità tecnica e culturale del 28° di modulare il linguaggio nelle informazioni, cosa che viene fatta per una gran quantità di attività. Il 28° è in grado di produrre programmi televisivi e radiofonici e con le attrezzature in dotazione può trasmettere dai luoghi delle missioni. Gli stessi militari creano materiale stampato informativo (volantini, manifesti e così via) da distribuire sul campo; curano siti web, profili social, stampano libri, il tutto con la grande tipografia che si trova nella caserma di Pesaro, affiancata da un pool di grafici che studiano le campagne non tanto con i valori estetici, grafici e culturali nostrani, ma con quelli dei destinatari, ovvero mondi completamente diversi dal nostro.

Potrete capire dunque la nostra sorpresa nell’entrare nella bellissima redazione di Radio Esercito, una realtà vivacissima. I conduttori, in mimetica, dei veri militari che sanno sparare ovviamente al pari dei loro colleghi, producono un palinsesto davvero completo e vivace, che tutti possono ascoltare da www.esercito.difesa.it

Annunciano brani, danno informazioni sull’attività dell’Esercito e conducono i programmi come un qualunque network, ma con un occhio particolare al lavoro dei militari. Nella redazione e negli uffici grafici e creativi della “Del Monte“ si vedono sorrisi e un impegno davvero encomiabile. Ecco come tanti giovani servono l’Italia; con la competenza e il piacere di farlo.