Passi avanti per Fano Marine Center: già al lavoro 51 ricercatori, esperti nelle diverse discipline, anche se i laboratori nella struttura di viale Adriatico saranno operativi dalla primavera del 2021. La conferma arriva dalle 3 università coinvolte (Bologna, Ancona e Urbino), dai 2 istituti di ricerca (Cnr e stazione zoologica Anton Dohrn) e dal Comune di Fano. Per la primavera del 2021 dovrebbe essere pronto anche il nuovo acquario, progettato e realizzato dalla stazione zoologica di Napoli Anton Dohrn: avrà 8 vasche di diverse forme e dimensioni variabili da 2mila a 27mila litri. "I pannelli in vetro saranno sostituiti – ha spiegato la direttrice dell’acquario di Napoli Claudia Gili – con pannelli in acrilico e l’acquario sarà dotato di tutte le tecnologie per assicurare agli organismi ospiti un alto livello di benessere: arriveranno in età giovanile e invecchieranno con noi".
Per quanto riguarda gli altri interventi edili, è stato ricordato che "prima dell’interruzione delle attività sono stati approntati interventi per l’attivazione degli spazi di co-working e dei meeting-point per un totale di 50 postazioni su una superficie di 300 mq. Alla ripresa delle attività il Comune ha dato il via libera ai lavori di ristrutturazione dell’edificio: nei prossimi mesi partiranno le gare edilizie". Il coordinamento scientifico di Fano Marine Center è stato affidato al professor Stefano Goffredo dell’Alma Mater di Bologna che, tra le altro cose, ha comunicato che è online da pochi giorni il sito istituzionale fanomarinecenter.eu (tra poco anche in inglese) attraverso il quale è possibile verificare i risultati dell’attività di ricerca già avviata. "La collaborazione tra 5 istituzioni – ha fatto notare il professor Mauro Magnani Pro Rettore allo Sviluppo dell’Università di Urbino – è qualcosa di abbastanza raro nel nostro Paese ed è un valore aggiunto per la ricerca italiana: spiace che ci sia chi non lo riesce a percepire". Fano Marine Center dovrà convivere, nello stabile di viale Adriatico con il Laboratorio di Biologia Marina e Pesca che ha mantenuto gli uffici e i laboratori ai piani alti. "Il mare - ha chiarito Alessandro Gargini dell’Università di Bologna – significa ricerca ma anche monitoraggio della pesca: due aspetti che devono convivere senza conflittualità e senza prevalere l’uno sull’altro". Ha parlato di "coesione tra i cinque enti", il professor Francesco Regoli dell’Università Politecnica delle Marche, mentre Fabio Trincardi del Cnr si è soffermato sull’importanza della ricerca in mare e sull’impatto delle attività dell’uomo sui fondali marini.
Anna Marchetti