
Lo sguardo fermo, le parole misurate per non creare allarmismi e allo stesso tempo non sminuire in nessun maniera il...
Lo sguardo fermo, le parole misurate per non creare allarmismi e allo stesso tempo non sminuire in nessun maniera il fatto. Poi i complimenti ai militari dell’Arma che hanno svolto le indagini. Così il procuratore Marco Mescolini (a sinistra) presenta l’indagine che ha portato alle quattro misure cautelari per l’incendio della Sigilla.
E sul movente il procuratore non dice nulla. "Ci deve essere un motivo", si limita a dire, ma si ferma lì. "Resta il fatto che questo incendio è un episodio di una gravità senza precedenti per il territorio pesarese, non risultano incendi dolosi così devastanti".
"Doveroso diffondere e parlare di questo episodio – aggiunge il procuratore Mescolini – per l’unicità del fatto che ancora deve essere compreso a pieno, poiché non può avvenire senza un motivo".
"Escludiamo una pista internazionale e, al momento, - spiega il procuratore - non c’è nessun elemento che possa ricondurre ad un discorso di racket che viene identificato come quel fenomeno dove per esistere si paga. Qui non siamo in presenza del racket e non risulta che questo fatto debba essere collegato alla criminalità organizzata. Ma se un’impresa viene rasa al suolo deve esserci un motivo e, su questo, le indagini dei carabinieri stanno proseguendo con grande attenzione. Non va creato allarmismo - conclude Mescolini - ma episodi simili non devono passare inosservati. A Pesaro questo non può succedere".