NICOLA PETRICCA
Cronaca

Fiorello travolgente con la toga:: "Bisogna fare i conti con la realtà"

Lezione magistrale per la consegna del Sigillo d’Ateneo. Commosse parole davanti mamma e moglie

Fiorello travolgente con la toga:: "Bisogna fare i conti con la realtà"

Fiorello travolgente con la toga:: "Bisogna fare i conti con la realtà"

Dal momento in cui è entrato in aula dicendo "sono Batman", mentre agitava a mo’ di mantello la toga nera che s’indossa in queste occasioni, a quello in cui si è messo a scattare selfie con il rettore, il prorettore e il pubblico alle spalle, Rosario Tindaro Fiorello, noto semplicemente come Fiorello, non ha mai smesso di distribuire battute e risate.

Del resto è quello che gli riesce meglio, è il suo mestiere e la ragione per cui ieri, 30 anni dopo le puntate di “Karaoke“ registrate a Borgo Mercatale, è tornato a Urbino: l’occasione, stavolta, era istituzionale, la consegna del Sigillo d’Ateneo da parte dell’Università Carlo Bo. Un evento che, almeno sulla carta, sarebbe dovuto essere più “serio“, ma si è trasformato in uno show in cui il comico e conduttore radiotelevisivo ha trascinato tutti, dagli stessi Giorgio Calcagnini e Vieri Fusi al pubblico, tra i racconti della propria vita, condotta tra la città natale Augusta, l’Africa, dove passò estati a fare l’animatore nei villaggi turistici, Milano e Roma, e quelli di come abbia costruito le trasmissioni che l’hanno portato al successo. "Io non ho mai avuto velleità di diventare famoso – ha detto –. Oggi basta essere famosi per sentirsi arrivati, però poi devi fare i conti con la realtà, che ancora esiste: voi siete qui davanti a me, non creati con l’intelligenza artificiale, ci sono le anime, c’è il pensiero critico. Tanti pensano che oggi esista solo quell’altra parte lì, invece no". Entrando nell’Aula magna del Polo “Volponi“, Fiorello ha innanzitutto chiesto un applauso per sua moglie e sua madre, presenti in prima fila, poi si è rivolto a quest’ultima: "Lei ha sempre sognato un figlio laureato. Il fatto che sia qui è importante. Mamma, ce l’abbiamo fatta. O di riffa o di raffa, qualcosa l’abbiamo acchiappato", riferendosi al Sigillo ricevuto, anche se è un riconoscimento universitario diverso dalla Laurea honoris causa. Durante la lectio magistralis ha richiamato la gioventù trascorsa in Sicilia, partendo dalla recita fatta all’asilo nido in cui è convinto di aver ricevuto l’imprinting, in seguito rimasto sopito per anni, verso lo spettacolo, per arrivare al punto di svolta, quando un capo villaggio turistico lo convinse a diventare animatore nonostante la paga molto minore rispetto a quella di barista che percepiva: "Fidati, li guadagnerai dopo i soldi – mi disse –. Sei nato per far divertire la gente".

Poi la scalata verso la vetta, fino a Karaoke, dopo cui trascorse sette anni "a vivacchiare, facendo cose che non mi piacevano", e la sua scoperta da parte del produttore Bibi Ballandi, che lo portò in Rai, affidandogli il Varietà del sabato sera. Intanto, durante il racconto Fiorello si stava divertendo a tal punto da affermare: "Se mi date un altro Sigillo, torno anche l’anno prossimo".

Da ultimo, il discorso è arrivato alla trasmissione “Viva Rai2!“, "summa di tutto quello che ho fatto finora". E poi una nota di chiusura, svelando un rammarico: "Se dovessi rinascere, farei entrambe le cose, lo studio e l’intrattenitore. Io non ho potuto farlo, perché c’era anche necessità di lavorare. I miei genitori si sono fatti in quattro per farci studiare tutti, ma bisogna fare l’uno e l’altro, io ho fatto solo l’altro. La cultura è importante".