Foreman, l’artista del parquet. La Vuelle sulle ali del nuovo Usa

Con i suoi canestri, ma anche con la sua personalità coinvolgente, ha già conquistato i tifosi pesaresi

Foreman, l’artista del parquet. La Vuelle sulle ali del nuovo Usa

Foreman, l’artista del parquet. La Vuelle sulle ali del nuovo Usa

Ma dov’era nascosto, fino a oggi, il fenomeno che ha fatto impazzire Pesaro all’esordio? Ieri in città non si parlava che di lui, il Foreman del parquet che ha steso la capolista con 4 colpi da ko già nel primo quarto. Sacchetti gli ha dato 5’ per monitorare la partita e poi l’ha gettato in campo: al primo riposo aveva già segnato 12 punti senza sbagliare un colpo. Non solo: ha capito subito la situazione, cavalcando l’onda dell’entusiasmo che stava suscitando e rivolgendosi al pubblico in maniera espressiva, cercando di coinvolgerlo, mentre i tifosi ringraziavano il cielo per il marziano caduto all’improvviso da un altro pianeta. Ha scodellato anche un assist delizioso dietro la schiena. Non pago, nel 2° quarto ha sfoderato il repertorio da due punti, con arresti e tiro e penetrazioni, guadagnando liberi che ha eseguito senza macchia (7/7). Nel 3° quarto ha incrementato il bottino dalla lunetta, poi nell’ultimo ha dato il colpo di grazia a Brescia con un paio di entrate in cui ha protetto la palla nascondendola come un prestigiatore. Adesso già si sprecano i paragoni: c’è chi ha rivisto in lui Wilbur Holland, il play che fece innamorare Pesaro agli inizi degli anni Ottanta, chi lo ha definito l’Allen Iverson dei poveri ma anche l’Irving de Pesre. Sulla sua pagina Instagram deve aver letto i commenti perché riponde "just being me" ovvero "sono semplicemente me stesso".

E chi è allora questo ragazzo di 26 anni che viene dal quartiere del Queens di New York? Pur essendo uscito da un college della Mid Division (Hofstra Pride), Justin viene scelto dagli Utah Jazz al draft del 2019 con la 53ª scelta. Quelle 4 partite giocate nella Nba forse lo ‘legano’ mentalmente, impedendogli di spiccare il volo verso una realtà – quella europea – dove uno come lui potrebbe veramente divertirsi. Finora ha preferito rifugiarsi ogni tanto in G-League, nella speranza di una chiamata che però non è più arrivata. Nel 19/20 i Jazz lo collocano nella loro squadra satellite, i Salt Lake City Stars, dove fra i suoi compagni c’è Bluiett. E difatti al debutto in maglia biancorossa l’intesa fra loro si è notata, con Trevon apparso molto a suo agio. Nel 2021 si decide a varcare l’oceano per giocare in Francia, 12 partite col Roanne (alla media di 16,9 punti), mentre l’anno dopo va in Turchia per 15 gare (12,8 punti di media) e termina la stagione in Germania, al Bamberg, 77 punti in 5 partite. Canestro, comunque, lo fa sempre. Pure l’anno scorso annata divisa in due: prima in Cina, poi in Canada. Leghe strane, dove non esiste la passione che si respira qui. Cerca spesso di ricollegarsi al mondo Nba, tanto che quest’anno aveva accettato una proposta dal Messico con i Capitanes, franchigia annessa alla G-League. E lì che lo pesca Stefano Cioppi, che lo seguiva dai tempi del college. Di solito è proprio così che funziona: quando un ragazzo è interessante si segue la sua carriera e quando capita l’occasione giusta gli si lancia l’amo. Justin ritiene Spagna e Italia i migliori campionati europei: quello iberico più forte, quello italiano più coinvolgente. Il parere di Bluiett è stato importante, ma di accettare la proposta gliel’ha consigliato anche Doron Lamb. Insomma, gli ex Vuelle remano spesso a favore di Pesaro.

Dopo una sola partita la gente, che riconosce il talento, è già in brodo di giuggiole: ’JWF’ non si è fatto pregare per scattare selfie, dare cinque a tutti, salire in curva. E al ristorante si è fatto una simpatica foto con le cameriere. Adesso lo aspetta il premio promesso: "Alla prima partita che ci fai vincere - gli aveva detto Cioppi - ti portiamo a Urbino a vedere Raffaello". In proposito, la Vuelle è già stata contattata dal presidente dell’Accademia Raffaello di Urbino Luigi Bravi che, lusingato dalla dichiarata passione del giocatore per l’arte pittorica, ha promesso a Wright-Foreman una visita personalizzata alla casa dell’artista. Ai tifosi basta che continui a dipingere le sue bellezze fra i canestri.

Elisabetta Ferri