Fotovoltaico a terra Il ’no’ arriva al ministro

L’Ordine del giorno contro il proliferare degli impianti è stato inviato anche all Regione e alla Provincia.

Fotovoltaico a terra  Il ’no’ arriva al ministro

Fotovoltaico a terra Il ’no’ arriva al ministro

Non si ferma l’azione politica e anche tecnica del sindaco e del consiglio comunale di San Lorenzo in Campo contro il rischio che proliferino gli impianti fotovoltaici a terra. Nell’ultima seduta consiliare, il civico consesso ha votato all’unanimità un ordine del giorno, che lunedì sarà spedito al Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, alla Regione Marche, alla Provincia e a tutti i parlamentari marchigiani.

Il documento "esprime contrarietà alla realizzazione degli impianti fotovoltaici a terra sul territorio comunale, stante l’assenza di competenza programmatoria in capo agli enti locali". E poi prosegue disponendo "di attivarsi per sollecitare la Regione Marche e la Provincia di Pesaro e Urbino alla definizione di criteri per l’individuazione delle aree idonee all’istallazione di impianti di energia rinnovabile che tengano conto sia degli aspetti paesaggistici e storico-culturali dei territori interessati, sia del contesto socio economico degli stessi; nonché per la sensibilizzazione dei competenti organi di Governo nazionale al fine, se necessario, di dare corso ad un significativo le cospicuo intervento normativo in materia, che riaffermi la competenza programmatoria del territorio in capo agli enti locali, anche in tema di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili". L’ultimo passaggio dell’odg propone "un’azione congiunta fra i sindaci del territorio coinvolti nella medesima problematica".

Recentemente al Comune laurentino sono arrivate 5 domande per fotovoltaici a terra: una bocciata per irregolarità tecnica, ma 4 che stanno andando avanti nell’istruttoria, per un totale di 20 Megawatt e 21 ettari di suolo. "Per la settimana entrante – puntualizza il primo cittadino Davide Dellonti – stiamo organizzando una riunione operativa con i residenti che confinano con i terreni in cui si vorrebbero realizzare gli impianti, per approfondire ogni aspetto delle istruttorie e studiare eventuali criticità che possano emergere in merito alle autorizzazioni, in modo da far forza su di esse per stoppare – conclude – le procedure".

Sandro Franceschetti