"Galileo e Keplero devono molto agli scienziati della corte urbinate"

Martedì si presenta il nuovo studio del ricercatore Davide Pietrini

"Galileo e Keplero devono molto agli scienziati della corte urbinate"

"Galileo e Keplero devono molto agli scienziati della corte urbinate"

Urbino e la sua “scuola“ di scienziati del ’500 influenzò Galileo e Keplero. È stata un modello in piccolo della grande rivoluzione scientifica. A fare luce sui volti, le vicende e i legami che influenzarono persino Newton è Davide Pietrini (foto), ricercatore di storia della scienza dell’università di Urbino, che martedì alle ore 17 a Palazzo Ducale presenterà il suo libro “Matematica antica, macchine e strumenti. L’umanesimo matematico a Urbino dal tardo Rinascimento alla rivoluzione galileiana“.

"Il libro – spiega Pietrini – riunisce i vari studi fatti sull’ambiente scientifico urbinate del ’500 e cerca di indagare problematiche ancora aperte. Alcuni capitoli sono più tecnici, ma nel complesso è fruibile e interessante per tutti. Dopo un inquadramento sul contesto storico scientifico, vari capitoli riguardano le singole figure che hanno reso grande nell’Europa del tempo il nome di Urbino: Federico Commandino, Guidobaldo Del Monte, Bernardino Baldi, Muzio Oddi. Un capitolo riunisce poi le varie officine di strumenti scientifici, tra cui quella dei Barocci e quella dei Vagnarelli". Ma non solo: il volume spiega come gli esponenti del ’500 urbinate abbiano messo le basi per la rivoluzione scientifica, sia tramite contatto diretto – Galileo e Guidobaldo del Monte erano amici – sia in modo indiretto, visto che Galileo, ma anche Newton, Keplero e altri, basano le loro conoscenze sui testi della scuola urbinate.

"Commandino e Del Monte in particolare – prosegue Pietrini – hanno fatto un’opera di traduzione “filologica“ dei testi di Euclide, Archimede, Erone e altri che circolavano da secoli, ma in traduzioni sbagliate. Iniziando a correggere la forma, recuperando la terminologia antica e recuperando anche le dimostrazioni, che magari erano contraddittorie o errate, gli urbinati hanno lasciato un’impronta su questi testi e dunque su tutti i futuri lettori, ovvero i grandi scienziati del Seicento".

E come si lega tutto ciò alle macchine e agli strumenti matematici del Rinascimento? Conclude l’autore: "Gli scienziati urbinati crescono in un ambiente stimolato dalle attività di Federico, tra cui rientrano le formelle del Martini con macchine ad uso civile e militare. I manoscritti che contengono le immagini di queste formelle guarda caso erano in mano alla famiglia Commandino e a Del Monte. C’è un legame molto più forte di quello che immaginiamo tra le macchine rinascimentali urbinati e i grandi della scienza".

Giovanni Volponi