Giallo sulla morte di Matteo: la procura nomina un perito

Dovrà scandagliare il cellulare del ragazzo di 28 anni. L’indagine è per istigazione al suicidio

Matteo Ridolfi

Matteo Ridolfi

"Un passo in avanti per conoscere la verità sulla morte di Matteo: venerdì scorso la procura ha incaricato il perito che esaminerà il cellulare di mio figlio alla ricerca di risposte". Gigliola Ridolfi è la mamma del 28enne di Vallefoglia che il 22 febbraio scorso era deceduto dopo che una settimana prima aveva cercato di togliersi la vita in circostanze ancora da chiarire: si è affidata alla procura di Pesaro che ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio. Il ragazzo era stato trasportato in condizioni disperate al San Salvatore e, accertata la morte cerebrale una settimana dopo, i sanitari hanno dato seguito alla sua decisione espressa in vita di voler donare gli organi. Ma i dubbi della mamma sulle circostanze che hanno portato Matteo a compiere un gesto tanto estremo sono condivisi anche dal pubblico ministero: il nodo che può sciogliere il mistero potrebbe essere contenuto nel cellulare del ragazzo e, in particolare, negli ultimi messaggi scambiati. Matteo, infatti, secondo quanto ricostruisce la mamma, sarebbe dovuto andare al lavoro alle 13,30. Sempre secondo la mamma era partito e poi è tornato indietro: è stata infatti lei stessa a trovarlo a terra, in abiti da lavoro, con una cintura legata intorno al collo e l’altra estremità incastrata in mezzo alla finestra.

"Io diffido di tutti – accusa Gigliola -. Diffido degli amici ai quali ho chiesto di aiutarmi a cercare risposte. Alcuni di loro sono venuti a casa mia e mi hanno chiesto dove fosse il cellulare. Io gli ho risposto che l’avevo dato ai carabinieri. Mi hanno detto che quando l’avessi riavuto indietro potevamo metterci giù insieme a leggere i messaggi. Mi hanno detto che la verità potrebbe farmi male, di lasciar perdere e che Matteo non sarebbe d’accordo. C’è anche chi mi ha accusato di voler strumentalizzare la morte di mio figlio per chissà quale tornaconto. Ma io gli ho risposto che a Matteo, al contrario, piaceva la verità, bella o brutta che sia: più mi dicono di lasciar perdere e più mi domando il perché di un gesto che mio figlio non avrebbe mai voluto compiere. Solo di uno dei suoi più vecchi amici mi fido. Gli ha dedicato un video molto toccante ed è l’unico che mi chiede se sto bene. Di tutti gli altri non mi fido".

a. ma.