I soldati mercenari del “Cappelletto“ erano incontenibili

Nicolò di Montefeltro, condottiero del XIV secolo, fondò la temibile Compagnia del Cappelletto. Dopo varie vicissitudini, fu assoldato da Firenze e successivamente divenne capitano generale della Chiesa.

Tornerò sulla figura di Nicolò di Montefeltro. Ho avuto degli ottimi riscontri sul Medievalia precedente, dedicato al condottiero. Si è accesa la curiosità. Nicolò la "pecora nera", il reietto di famiglia che fondò una delle compagnie di ventura più temibili del XIV secolo. Eravamo rimasti alla creazione della cosiddetta "Compagnia del Cappelletto".

Nicolò la ideò congiuntamente a Ugolino de’ Sabatini e Marcolfo de’ Rossi. Il grosso della truppa era composto da soldati che si erano ribellati al Comune di Firenze. Il motivo? Non erano stati pagati. Non credo fosse intelligente lasciare "insoluti" dei soldati mercenari, nel 1300; il rischio che accadesse ciò che mesi fa accadde in Russia (l’avanzata della Wagner verso Mosca), era all’ordine del giorno. I soldati del Cappelletto si davano al saccheggio, erano "figli di nessuno". Per arginarli qualcuno tentò di assoldarli, ci provò la città di Siena, storica rivale di Firenze. Ci provò il cardinale Albornoz (che governò anche Urbino). Chiese di loro la regina Giovanna I d’Angiò. Nessuno ebbe successo.

Chi riuscì a cooptarli? Difficile a credersi: Firenze, la città che non li aveva pagati. Il "Cappelletto senza ritegno", andrebbero chiamati. Firenze li impiegò in una battaglia contro Siena, nel 1363, poi contro Pisa. Andò male per Nicolò, il condottiero fu catturato dai senesi, per poi essere liberato e, in quel frangente, dovette divenire "amico forzato" del Comune di Siena. Dopo la parentesi Toscana, gli uomini d’arme del Cappelletto ripresero i saccheggi nel centro Italia, fino al 1365, quando la compagnia si sciolse, come neve al sole. Nicolò non riusciva a stare con le mani in mano e entrò in un’altra compagnia, quella di Giovanni Acuto. Poi fu capitano generale della Chiesa, nel 1367.

(puntata 304)

Daniele Sacco