I vertici del Ministero confermano:: "Fano sede naturale per il Lisippo"

Convegno a Roma su una pubblicazione che parla dell’atleta vittorioso. "Se la statua tornasse in Italia la città della Fortuna meriterebbe di ospitarla per il suo attaccamento". Si lavora al museo dove sistemarla.

I vertici del Ministero confermano:: "Fano sede naturale per il Lisippo"

I vertici del Ministero confermano:: "Fano sede naturale per il Lisippo"

La presentazione a Roma alla Biblioteca delle Arti del libro sul Lisippo, "Un atleta venuto dal mare" curato dalle ricercatrici Rachele Dubbini, Mariateresa Curcio, Jessica Clementi, si è trasformato in un vero e proprio convegno di altissimo livello grazie alla presenza di ben due Direttori generali del Ministero dei Beni Culturali, Luigi La Rocca e Massimo Osanna, nonché della professoressa Elena Calandra, Direttore dell’Istituto centrale per l’Archeologia, che ha organizzato e ospitato l’evento, Stefania Bisaglia della Direzione generale Archeologia, Lorenzo D’Ascia dell’Avvocatura dello Stato ed Eugenio Polito dell’Università di Cassino. All’appuntamento non poteva mancare il sindaco di Fano Massimo Seri. Interessanti alcune conclusioni che riguardano da vicino la città di Fano. Il Direttore generale dei Musei Massimo Osanna, per esempio, ha sostenuto che nel momento in cui il Lisippo dovesse rientrare in Italia, - per questo è necessario continuare a mantenere alta l’attenzione intorno alla vicenda – la sua collocazione definitiva non potrà che essere Fano.

"Perché è l’unico posto nel quale l’opera possa essere ricontestualizzata – ha detto il Direttore generale del Ministero Massimo Osanna – cioè nel suo luogo di provenienza secondo rigorosi criteri scientifici, e come parte delle stratificazioni storiche delle cui testimonianze monumentali la città è già oggi ricchissima". Ma non solo, perché il Direttore generale dei Musei si è spinto anche oltre giustificando il ritorno a Fano come "Un riconoscimento per il vero e proprio "affetto" che la cittadinanza ha sviluppato nei confronti del "Lisippo" e che travalica il banale desiderio di proprietà per trasformarsi in senso di appartenenza e di coagulazione della collettività fanese". È chiaro che la vicenda del Lisippo, come hanno ribadito Stefania Bisaglia, dirigente del Servizio IV della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio e di Lorenzo D’Ascia dell’Avvocatura generale dello Stato, è lungi dall’essere conclusa sotto il profilo giudiziario, con l’Atleta di Fano che ormai anche in ambito internazionale è è preso come esempio quasi iconico dei casi di trafugamento di opere d’arte. Le autrici del libro e in particolare Rachele Dubbini hanno fornito un notevole apporto scientifico e di ricostruzione storica delle vicende della statua, che è necessario alla prosecuzione delle azioni finalizzate alla restituzione dell’opera.

È stato lo stesso sindaco di Fano Massimo Seri a chiudere i lavori dopo aver ringraziato i relatori per aver evidenziato nei loro interventi il sentimento di attaccamento al Lisippo da parte di tutta la città. "Da parte nostra – ha concluso Seri – ho ribadito l’impegno della nostra città nel reperire una adeguata e degna collocazione per la statua quando ne verrà ottenuta la restituzione. Abbiamo già individuato una soluzione-ponte e siamo pronti a studiare una collocazione definitiva secondo quelli che saranno i criteri che ci sono stati indicati dai responsabili del Ministero dei Beni culturali al convegno. Anche gli ultimi ritrovamenti archeologici, dal pavimento della possibile Basilica di Vitruvio ai resti in piazza Andrea Costa, dicono che Fano che ha tutte le carte in regola per custodire importanti opere della romanità". Il progetto di un museo archeologico a Fano, luogo finale del Lisippo, nella ex filanda in via De Amicis va in questa direzione.

Silvano Clappis