ORIANO GIOVANELLI*
Cronaca

"Il mio amico Riz Ortolani". Un ricordo che non muore

A dieci anni dalla scomparsa, Giovanelli esorta: "Il suo genio va celebrato"

Dieci anni fa dopo una breve e inesorabile malattia ci lasciava Riz Ortolani. Il pesarese che più di ogni altro, dopo Gioachino Rossini, ha portato la musica da lui composta al cospetto del mondo. Sessant’anni fa, era il 1964, con il brano ’More’ sbarcava agli Oscar con due nomination; primo compositore italiano in assoluto a raggiungere quel traguardo. La divina Katina Ranieri, si sposarono quello stesso anno, incantava Los Angeles con quel brano, meraviglioso e fortunato che ebbe decine e decine di interpretazioni da parte dei più grandi cantanti del mondo occidentale, alla serata delle premiazioni introdotta da Jack Lemmon. Prima e unica cantante italiana ad avere questo onore.

La notizia della morte del mio amico Riz mi raggiunse ad Istanbul, e per fortuna riuscii ad arrivare comunque ai funerali che si tennero a Roma nella Chiesa degli artisti in piazza del Popolo. Pesaro c’era! Perdevo un amico che mi rimane nel cuore. Devo a Giorgio Girelli l’aver avuto la possibilità di coltivare quell’amicizia che maturò man mano che Rizziero Ortolani recuperava il suo rapporto, che nel suo cuore non si era mai interrotto, con la città che gli aveva dato i natali e che lo aveva educato alla musica. Mi trovai nella condizione, da sindaco, di dare una mano al recupero di quel rapporto affettivo e lo ritengo ancora oggi una cosa preziosa per la città.

Riz era pesarese fino al midollo, poco incline alle smargiassate e alla mondanità, per niente ruffiano nelle relazioni con il prossimo, sempre diretto e anche spigoloso. Aveva un rapporto con il lavoro e la creazione musicale fatto di fatica ma anche di passione, tipico dei nostri artigiani. Ogni cosa era unica e per nulla commerciale. Basta sentire la sua Sinfonia della Memoria, una sorta di suo testamento sinfonico. Il vulcano che covava dentro di lui esplodeva in orchestrazioni ardite che diventavano puro pathos quando era lui stesso sul podio a dirigere. Cinque anni fa lo ricordammo al teatro Rossini con un magnifico spettacolo con i ragazzi della Mondaino Young Orchestra. L’Orchestra Sinfonica Rossini e Saul Salucci lo ricordano spesso nei loro concerti, la Mostra del Nuovo Cinema assieme al Conservatorio gli hanno dedicato nel 2022 una bellissima serata. Un giardino e un’aula del Conservatorio sono a Lui dedicati. Manca ancora un progetto organico che lo riguardi e soprattutto riguardi la sua produzione musicale, ma sono certo che arriverà perché essa continua a vivere e a affascinare registi e compositori contemporanei. Lo dobbiamo alla città della musica che vogliamo essere e all’amore che quell’uomo ha sempre avuto per Pesaro.

*ex sindaco di Pesaro,

presidente dell’associazione Apriti Pesaro