Il piano anti siccità di tre atenei. Otto soluzioni, c’è anche l’invaso: "Ma prima di tutto ridurre le perdite"

Realizzato dalle università di Ancona, Bologna e Urbino, è stato presentato ieri ai sindaci dell’Aato 1. Tra le proposte ci sono anche la desalinizzazione e i laghetti di prossimità a scopo agricolo.

Presentato ieri mattina ai sindaci che compongono l’Ambito Territoriale Ottimale lo studio condotto dalle Università di Ancona, Bologna e Urbino sulla gestione delle risorse idriche contro la siccità e la scarsità idrica. Lo studio presenta un percorso che, partendo da un’analisi delle risorse disponibili, confronta i dati raccolti con i fabbisogni idropotabili, agricoli e industriali, e per finire valuta scenari di ottimizzazione di utilizzo delle risorse nel breve e lungo periodo. "Questo studio è uno degli obiettivi che ci eravamo prefissi nella Assemblea del dicembre 2021 – commenta il sindaco di Urbania Marco Ciccolini, presidente di Aato Marche Nord 1 –, quando ci siamo dati delle linee da seguire, esprimendo la volontà di approfondire la questione sulla siccità in modo puntuale e scientifico. Dobbiamo indirizzare i nostri sforzi nella riduzione delle perdite e nell’attivare ogni forma necessaria, anche grazie ai fondi Pnrr, per assicurare una migliore gestione della risorsa idrica. Ora per la prima volta la nostra provincia ha uno studio scientifico che può aiutare l’assemblea dei sindaci nelle decisioni".

Lo studio evidenzia diverse ipotesi specificando l’incidenza sulla lotta alla siccità, gli scenari a breve tempo presi in considerazione sono la minimizzazione delle perdite, l’ottimizzazione nell’utilizzo delle acque sotterranee e il riutilizzo delle acque reflue, la desalinizzazione, i laghetti di prossimità a scopo agricolo il miglioramento nella gestione degli invasi esistenti e l’ottimizzazione perdite agricole.

Sul lungo periodo, invece, si è studiata la possibilità di un nuovo invaso, del quale però non viene specificato il luogo. Dal confronto tra sindaci sui risultati dello studio si verranno a definire le linee d’intervento sulle quali concentrare gli ulteriori e necessari approfondimenti ambientali, tecnici ed economici per avviare la seguente fase progettuale e quindi di realizzazione.

"Questo studio è un passo importante per noi – spiega l’ingegnere Michele Ranocchi, direttore dell’Aato – È redatto da un pool di accademici di prim’ordine e deve fornirci una base scientifica su un argomento così sensibile. Nella provincia ogni anno si crea una situazione che ci porta a ricorrere a misure eccezionali per l’approvvigionamento idropotabile: con questo documento – la conclusione – avremo una fotografia chiara del punto di partenza e uno studio accurato delle linee d’intervento possibili".