Il porto ormai ha raschiato il fondo: "Le barche non riescono a uscire"

Nemmeno dieci centimetri d’acqua. L’allarme di Morsiani (Assonautica): "C’è anche chi ha venduto"

Il porto ormai ha raschiato il fondo: "Le barche non riescono a uscire"

Il porto ormai ha raschiato il fondo: "Le barche non riescono a uscire"

Nemmeno dieci centimetri d’acqua dal fondale del porto. Si vedono chiare le ‘impronte’ lasciate dalle chiglie delle imbarcazioni che erano ormeggiate. Scafi che sono dovuti scappare a gambe levate con l’alta marea, cercando altri ormeggi, perché la situazione, per quello che riguarda l’insabbiamento, sta peggiorando di anno in anno. Diportisti in fuga almeno fino alla fine di questo mese quando dovrebbe terminare il periodo delle base maree fortissime.

Il lato più critico è quello che si sviluppa dal Club Nautico verso la città. "Ma da quello che sappiamo anche i grandi yacht che sono all’ancora davanti al cantiere navale devono attendere l’alta marea per entrare ed uscire dal porto". Renato Morsiani, presidente di Assonautica e componente di una storica famiglia di gente di mare, dice: "Se andiamo avanti di questo passo nel 2030 si potrà fare l’ultimo tratto del porto solamente con le canoe. Ci sono miei associati – continua – che avevano il posto barca davanti alla fontana della Fojetta che hanno dovuto vendere il motoscafo perché non riuscivano ad uscire, per acquistare un gommone. La situazione in questo periodo di basse maree è sempre stata problematica per cui verso la fine del mese, nel tratto finale del canale, si vedrà la sabbia. Non solo non escono le barche a vela, ma ci sono grossi problemi anche per i motoscafi quando usi i motori: il sistema di raffreddamento aspira acqua e fango per cui si danneggiano i propulsori".

Un problema che interessa in questo momento oltre cento barche che ormeggiano nella acque più disastrate. E dai soci del Club Nautico che rappresenta un po’ la frontiera tra acque ‘pericolose’ e non pericolose, la rappresentazione che arriva non cambia di una virgola: "Le barche a vela proprio non escono, mentre le altre, ma non gli scafi grandi, per prendere il mare devono attendere l’alta marea. Gli yacht sono adagiati sul fondale".

In una delle ultime riunioni sulla situazione del bacino gli operatori incontrando i responsabili del sistema portuale di Ancona, hanno chiesto a gran voce provvedimenti di urgenza. Ottenendo però risposte negative "perché il costo di smaltimento dei fanghi in discarica sarebbe esorbitante".

"La situazione non è affatto bella – continua Renato Morsiani – perché nel corso dell’incontro si è tornati a parlare ancora della realizzazione della cassa di colmata dove andare a depositare i fanghi che verranno dragati. Ma le soluzioni che sono state portate sono diverse per cui si arriva alla conclusione che i tempi saranno lunghissimi per la realizzione di questa grande bacino". Un intreccio burocratico e di situazioni molto difficile da dipanare anche perché il nuovo assetto è legato anche al nuovo piano regolatore dell’area portuale che è fermo agli anni Novanta. La prende a ridere il presidente di Assonautica Renato Morsiani: "Fra un po’ di anni il porto verrà dato in concessione a qualche bagnino. Ci pianteranno gli ombrelloni".

m.g.