Ilvo Diamanti cittadino onorario: "Ora di me non vi libererete più"

Il sociologo Ilvo Diamanti è diventato cittadino onorario di Urbino, confermando il legame profondo con la città dove ha insegnato e contribuito al suo sviluppo. L'omaggio è stato accolto con gratitudine e affetto da parte del neocittadino.

Ilvo Diamanti cittadino onorario: "Ora di me non vi libererete più"

Ilvo Diamanti cittadino onorario: "Ora di me non vi libererete più"

Da ieri, anche Ilvo Diamanti è un cittadino urbinate, seppur in maniera onoraria. Lo ha deciso il Consiglio comunale, dando seguito a una delibera di Giunta votata a novembre e certificando qualcosa che il sociologo, politologo e professore emerito dell’Università Carlo Bo sentiva proprio già da tempo: "In realtà, io mi sento urbinate", ha detto. Nato a Cuneo nel 1952, si è formato tra Vicenza, Padova e Trento, diventando professore associato e poi ordinario a Urbino, dove, tra le altre cose, è stato prorettore alle Relazioni internazionali e Territorio, fondatore del Laboratorio di studi politici e presidente dell’Isia.

"Ringrazio il Consiglio per aver votato all’unanimità la proposta – ha detto il sindaco, Maurizio Gambini, che ha fatto partecipare al conferimento anche il proprio predecessore, Franco Corbucci –. Ci pensavamo da tempo e, quando ho incontrato per la prima volta Diamanti, ad agosto, gliel’ho proposto. All’inizio si è sorpreso, poi ha detto che gli avrebbe fatto piacere. Ora che è nostro concittadino, magari gli chiederemo qualche consiglio per cap+++ire come Urbino potrà lanciare messaggi di sviluppo al territorio, adesso che è ufficialmente capoluogo".

In Aula, oltre al primo studente a cui il sociologo aveva fatto da relatore per la tesi, c’era anche il rettore della Carlo Bo, Giorgio Calcagnini, che ha sottolineato come "le cose fatte da Diamanti siano tante. È anche difficile misurarle. Ma c’è altro: quello che ha creato e lasciato alla persone. Sono tanti i suoi allievi che hanno cominciato come suoi studenti e altri quelli arrivati in seguito, proseguendo quanto avviato. Inoltre, dobbiamo pensare all’enorme contributo che ha dato nel trovare una soluzione durante il periodo più buio dell’Ateneo, in cui non si sapeva se avremmo avuto futuro, senza la quale, forse, non ci sarebbe più un’università a Urbino".

Infine, è intervenuto lo stesso neocittadino, tra giochi di parole e una dichiarazione d’amore alla città: "Da cittadino onorario, mi sento onorato. Arrivai nel 1990, conoscendo Urbino – tutti la conoscono – ma non essendoci mai stati. Ricordo di aver alzato la testa, vedendo Palazzo ducale e i Torricini. Poi salii in piazza, che allora brulicava gli studenti, mi guardai attorno e dissi: ‘Da qua non me ne andrò più’. Per altro, Urbino per me è sempre stata connessa con l’altra città ducale, Urbania, dove avevo una casa. Abitavo in queste città, le mie due città. A Urbino sono cresciuto, mi sono formato e di me non vi libererete più".