Incursione romana sul san Bartolo All’"Eden" una carbonara cremosa

Marcello Bartolomei propone i piatti della nonna "sora Maria". Amatriciana super

Incursione romana sul san Bartolo  All’"Eden" una carbonara cremosa

Incursione romana sul san Bartolo All’"Eden" una carbonara cremosa

Guardare Marcello Bartolomei fa già venire appetito. Il suo viso è serafico, la sua romanità giocosa e autentica risplende sul colle San Bartolo, irradiando raggi di sole culinario caldi e avvolgenti come i suoi piatti. Da un po’ di tempo anche a Pesaro batte un cuore di cucina romana, un grande cuore, quello di un appassionato vero di piatti autentici come Marcello, la cui storia è tutta da raccontare, per capire meglio la qualità di quello che ora propone al ristorante Eden (info e prenotazioni prenotazioni 366 3073391) di strada panoramica San Bartolo (ora si chiama strada panoramica Adriatica) 215. Nato e cresciuto nel quartiere San Lorenzo di Roma, Marcello frequenta da bambino l’antica osteria della nonna, la sora "Maria" che dispensa piatti semplici della tradizione romana di eccezionale bontà. Marcello cresce dunque tra code alla vaccinara e osso buco, amatriciana, carbonara, gricia, cacio e pepe e altro di straordinariamente buono che entra presto nel suo dna. Tanti anni dopo la decisione di tornare indietro nel tempo: lasciare Roma, il suo lavoro di imprenditore nel settore degli elettrodomestici, e trasferirsi a Pesaro di cui apprezza la dimensione umana, le piste ciclabili, il mare e a cui ha voluto fare un regalo del quale ogni goloso vero dovrebbe approfittare: un ristorante ispirato alla romanità in cucina e la cui carta dei cibi è compilata sulla base del ricettario della nonna, la "sora Maria", che ha gelosamente custodito negli anni. Ecco dunque che all’Eden potete mangiare la cucina romana autentica che va al di là di ogni confine e di ogni stagione, semplicemente perché è buona e fatta con ingredienti veri: una cremosa, squisita, altissima carbonara per la quale Marcello adopera uova di Matteucci di Sant’Angelo in Vado perché non si può usare un uovo industriale per un piatto come la carbonara: equilibratissimo, gustoso, rotondo, che si fa mangiare con gli occhi. E poi l’amatriciana, il piatto principe che qui principesco con il guanciale dop di Amatrice e il pecorino romano autentico, un primo che da solo appaga ogni senso, dalla vista, all’olfatto al palato, giocando anch’esso sulla cremosità e chiamando la "scarpetta". E potremmo continuare con la coda alla vaccinara, la cacio e pepe, la gricia, versione originale dell’Amatriciana, tutto qui è cucinato con ingredienti scelti e con grande cura. Le porzioni? Centotrenta grammi di pasta perchè, come dice Marcello, "quando se va a magnà se deve magnà a Roma come a Pesaro e basta un piatto per stà bene".

Davide Eusebi