Insulti social al cacciatore . Assolto Enzo Belloni:: "Io ho criticato il gesto"

Per il giudice, il fatto non sussiste. L’assessore: "Sono felice, ero certo di non aver diffamato nessuno". Riguardava l’uccisione di un pitbull a Gradara.

Insulti social al cacciatore . Assolto Enzo Belloni:: "Io ho criticato il gesto"

Insulti social al cacciatore . Assolto Enzo Belloni:: "Io ho criticato il gesto"

Enzo Belloni è stato assolto perché il fatto non sussiste. Non ha diffamato il cacciatore che nel dicembre 2020 sparò e uccise un pitbull nelle campagne di Granarola di Gradara. L’assessore, grande amante dei cani, commentò quello sparo sui social e definì lo sparatore un "uomo di m...". L’interessato non accettò quel giudizio e querelò Enzo Belloni per diffamazione aggravata. Un’accusa che ha portato a processo l’assessore, conclusosi ieri con l’accoglimento da parte del giudice della tesi difensiva (avvocato Gherardo Saragoni Lunghi). E’ stato sostenuto con successo che non poteva esserci il dolo in quelle parole lanciate sui social in quanto Belloni non conosceva il cacciatore che sparò al cane per difendersi da un’aggressione. Esprimeva un suo giudizio verso l’autore del gesto, che rimaneva comunque persona indefinita. La difesa ha quindi puntato sulla mancanza del dolo e dunque sull’assenza del reato prima ancora di andare a sostenere la "scriminante" del diritto di critica. La parte civile aveva chiesto 10mila euro di risarcimento danni ed oltre 4mila euro di spese legali.

Dice Belloni subito dopo la sentenza di assoluzione: "Sono felice che il giudice abbia riconosciuto la mia volontà di criticare aspramente quello sparo ma non la persona specifica che nemmeno conoscevo. Mi sono sentito nel mirino dei denuncianti forse per il mio ruolo pubblico, e lo accetto, ma questo non toglie che sui social c’erano stati molti commenti feroci e ben più duri del mio per quanto era successo. Tutti sanno quanto sia amante degli animali e dei cani in particolare, e la mia reazione era stata d’istinto di fronte alla notizia dello sparo ad un cane. Sapevo in cuor mio di non aver diffamato nessuno perché lo sparatore mi era completamente ignoto".

Spiega l’avvocato Gherardo Saragoni Lunghi: "Sono soddisfatto della sentenza che vede riconosciute le nostre buone ragioni per ritenere l’insussistenza del fatto. Non era facile far emergere il distinguo tra una opinione e una volontà di diffamare una persona specifica ma il giudice ha colto esattamente il senso della vicenda".

Il denunciante era tutelato dall’avvocato Roberto Brunelli, il quale aveva sostenuto in aula nei confronti complessivamente di 7 imputati (cinque avevano scelto di esser processati con riti alternativi) che la critica era al suo assistito e non al comportamento tenuto "in un contesto di una campagna d’odio social".

ro.da.