ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

La battaglia del Miralfiore. La replica di Belloni: "Rivendico tutti i tagli. E farò uno sgambatoio"

L’assessore dopo il viaggio del ’Carlino’: "Prima lo sporco era 30 volte tanto"

La battaglia del Miralfiore. La replica di Belloni: "Rivendico tutti i tagli. E farò uno sgambatoio"

La battaglia del Miralfiore. La replica di Belloni: "Rivendico tutti i tagli. E farò uno sgambatoio"

"E vogliamo parlare di tutta quella mondezza che si poteva trovare quando il Miralfiore era come se fosse il giardino di casa loro? Ce n’era trenta volte tanta di quella che c’è ora". Enzo Belloni, assessore all’Operatività non la manda "operativamente" a dire agli ambientalisti all’indomani dell’allarme lanciato dal sodalizio "la voce del Miralfiore" che racchiude Lipu, Lupus in fabula, Secus, Gruppo zero e Wwf. Andrea Fazi, guida naturalistica ci ha guidati, i giorni scorsi, all’interno di un viaggio degli orrori nel cuore pulsante dello spaccio di droga sottolineando il fatto che la massiccia operazione di taglio drastico di centinaia di arbusti, soprattutto nella zona boschiva accanto alla stazione e all’angolo tra via Solferino e via Cimarosa, non ha minimamente scalfito il fenomeno. L’operazione, condotta dal Comune di concerto con le forze dell’ordine, era invece quella di disboscare anche lo spaccio. Abbiamo fotografato siringhe conficcate nel terreno, pipe artigianali per fumare il crack, e tanta spazzatura gettata ovunque. "Il rapporto costi – benefici è sbilanciato – aveva sottolineato Fazi -: abbiamo perso funzioni sistemiche fondamentali del parco".

Ma l’assessore non ci sta e passa al contrattacco. "Chi vuole bene al parco non fa le foto alle siringhe – commenta -. Così facendo vogliono che la gente al parco non ci vada perché così possono fare i loro comodi. E poi mi vengono a dire della tutela della nidificazione degli uccelli. Il Miralfiore non è un’area protetta ma un parco urbano e non è tenuto all’osservanza dei vincoli che ha invece un’area protetta. Poi cosa c’entra, il Miralfiore è un luogo magico e quindi questi vincoli li rispettiamo lo stesso. Io con la gente ci parlo e su 100 che ne incontro al Miralfiore forse un paio mi dicono che ho sbagliato. Rivendico con orgoglio il fatto di aver tagliato, soprattutto nel lato ferrovia. Anzi, nell’ingresso principale, sulla sinistra prima del cancello, in un’area libera dove non c’è niente, sto pensando di fare uno sgambatoio per i cani, chiaramente senza tagliare niente". Belloni difende quindi con forza l’operazione. "Un’azione che permette ora di accorgersi facilmente che in alcuni punti ci sono siringhe per terra, pipe artigianali, carta stagnola, fazzoletti sporchi di sangue: strumenti abituali per chi fa uso di certe droghe. Così come ora è più facile, di notte e di giorno, vedere presenza e passaggi di persone dedite allo spaccio e dei loro "clienti". Voglio ricordare a tutti come abbiamo agito negli ultimi quattro anni per trasformare il Miralfiore, rendendolo vivibile, aprendolo alle famiglie. Abbiamo destinato il bar al Progetto Utopia, con una preziosa valenza sociale sotto gli occhi di tutti".

E proprio il bar Utopia ospita da settimane un’iniziativa di raccolta firme "per chiedere all’amministrazione comunale la pulizia del sottobosco" o meglio, per continuare l’operazione già intrapresa. "Vediamo anche gente vestita bene, all’orario in cui si esce dagli uffici, che viene al parco come se fosse un negozio dove comprare la droga – commenta Alex Bernacchia, presidente di Utopia -: pulendo il sottobosco si tolgono i nascondigli per fare certe cose".