La cena, poi il delitto: accoltellato 27enne L’omicida è fuggito con l’arma e il cellulare

La tragedia è avvenuta ieri notte in via Gavelli, vicino al Conservatorio. Si cerca un amico della vittima, 30enne, ludopatico, pesarese

La cena, poi il delitto: accoltellato 27enne  L’omicida è fuggito con l’arma e il cellulare

La cena, poi il delitto: accoltellato 27enne L’omicida è fuggito con l’arma e il cellulare

di Roberto Damiani

Aveva 27 anni, un lavoro e una passione: la musica. E’ stato ucciso in casa con tredici coltellate. Molte sono state inferte alla schiena, una al collo, ed è stata quella mortale. Si chiamava Pierpaolo Panzieri, celibe, artigiano edile, pesarese, musicista (tromba, pianoforte e chitarra), amico di tutti. Si cerca un trentenne, pesarese, conoscente della vittima, disoccupato, con qualche problema psicologico e di gioco. Perché fossero amici non si sa, è certo che la vittima lo aveva invitato a passare insieme la sera a cena. L’uomo è sparito dalla circolazione dalla notte, portandosi dietro presumibilmente sia il coltello utilizzato per uccidere sia il cellulare della vittima per eliminare i messaggi. L’omicidio è avvenuto intorno alle 23 in una casetta di via Gavelli, minuscola traversa senza uscita accanto al Conservatorio, dove i vicini si conoscono tutti, ma nessuno di loro conosceva Pierpaolo. Il motivo è semplice: era entrato in affitto in quella casetta di 45 mq soltanto il 5 febbraio scorso.

La proprietaria, Ilaria Paolucci, racconta: "Aveva un viso tranquillo e tanta passione per la musica. Mi ero solo raccomandata di non suonare alle undici di sera perché il vicinato non avrebbe gradito. E lui ovviamente aveva condiviso. Poi stamattina alle 9.30 mi ha chiamato il fratello di cui non so il nome per chiedermi la chiave di casa perché Pierpaolo non rispondeva e non si era presentato al lavoro. Gli ho detto che non avevo doppioni e che poteva buttar giù la porta. Ed è quello che, credo, abbia fatto".

Il fratello ha trovato Pierpaolo riverso senza vita nel bagno, con molto sangue nella stanza. Era vestito con maglione e jeans, nella tavola era ancora tutto apparecchiato, due bicchieri di birra semi pieni, era stata mangiata della pasta, ma poi era scaturita la lite tra Pierpaolo e il suo ospite. Il quale ha preso un coltello da un cassetto o forse ce l’aveva con sé (probabilmente) e ha sferrato un primo fendente al 27enne, che ha cercato di difendersi. Ha ferite alle mani, certamente ha urlato ma i vicini, ascoltati dalla polizia, giurano di non aver sentito niente benché siano case attaccate l’una con l’altra di vecchia concezione, quindi senza particolari coibentazioni.

Significa che la lite è poi diventato un omicidio in pochi attimi, intorno alle undici quando magari le famiglie vicine stavano dormendo oppure con la tv alta. E’ certo che Pierpaolo abbia cercato di difendersi fuggendo in bagno per cercare di chiudersi dentro. La distanza dal soggiorno al bagno, che si trova sulla sinistra andando verso la camera da letto, è minima. Eppure non è servito nemmeno questo per sfuggire all’omicida. Che ha continuato a colpire alla schiena e al collo con la lama come per assicurarsi di aver ammazzato Pierpaolo senza ombra di dubbio. Non ci sarebbero testimoni, ma non è escluso che l’omicida abbia trovato appoggi immediatamente dopo per sparire dalla circolazione.

Gli inquirenti non si sbilanciano sul movente. E’ presto per dirlo. La vittima aveva avuto una fidanzata in passato ma poi non aveva riallacciato relazioni sentimentali particolari. La presenza di un uomo alla cena che è poi sfociata in omicidio non fa propendere gli inquirenti verso una pista di tipo passionale ma piuttosto verso un omicidio ad opera di un balordo. I familiari della vittima sono stati ascoltati per alcune ore dalla squadra mobile: la madre aveva contattato il figlio alle 21 e sapeva che aveva a cena un amico per parlare di musica. Lo pensava felice.