La città non si dimentichi della figura di Luigi Renzetti

Merita una lapide uno dei protagonisti della vita culturale cittadina da fine ’800 al 1945.

La città non si dimentichi della figura di Luigi Renzetti

La città non si dimentichi della figura di Luigi Renzetti

di Giancarlo Di Ludovico

Nella prima metà del Novecento, l’urbinate Luigi Renzetti è stato un protagonista di quel museo a cielo aperto che è la città Urbino, ma la sua figura e la sua opera sono rimaste nell’ombra mentre tanti altri concittadini, anche recentemente, sono stati ricordati con l’intitolazione di piazzette, volte, scalinate, lapidi ed altri modi più o meno significativi.

Nato il 29 settembre 1875, il suo impegno civico si è dispiegato nei settori più importanti della città. Fin da giovane si dedica con crescente interesse alla vita pubblica e nel luglio del 1914 diventa sindaco di Urbino, carica che mantiene fino al maggio 1920, svolgendo il suo lavoro con alto senso del dovere. Nel frattempo, entra a far parte dell’Accademia Raffaello ed uno dei primi suoi atti è la pubblicazione, insieme a Luigi Nardini e Lionello Venturi (altri due insigni urbinati), della rivista “Urbinum“, di cui diventa direttore.

Il primo numero esce il 25 gennaio 1914 con lo scopo di descrivere "il movimento esistente negli istituti culturali della città", riferire l’attività dell’Accademia, nonché parlare della “Brigata urbinate degli Amici dei Monumenti“, di cui è economo-cassiere. Riunitasi per la prima volta il 18 settembre 1911, la “Brigata“ aveva lo scopo di tutelare le testimonianze storico-artistiche, favorire la costituzione di un museo civico ed un unico archivio. Dal 1915, per 30 anni, Renzetti regge la Presidenza dell’Accademia Raffaello svolgendo una intensa attività. Nel 1920 ricorre il IV centenario della morte di Raffaello e nei due anni precedenti si svolgono i preparativi per la celebrazione dell’evento. Per l’occasione viene compiuto il restauro, con fondi nazionali, della Casa natale dell’artista che l’Accademia aveva potuto acquistare nel 1873 grazie ad una sottoscrizione pubblica internazionale cui aveva contribuito in misura rilevante il socio benemerito Morris Moore di Londra. Un altro grande evento si verifica il 6 aprile 1927 allorché "per volere del Duce" giunge a Urbino, da Firenze, il Ritratto di Gentidonna, ovvero La Muta, affinché la città natale potesse avere un’opera del suo più illustre figlio.

La cerimonia "assume la maestà di un rito" con la partecipazione di membri del governo nazionale e di autorità centrali e locali. Renzetti ha fatto, inoltre, il Presidente della Scuola del Libro e durante la sua presidenza, nel 1924, avviene la trasformazione della scuola da Istituto di Belle Arti delle Marche, istituito nel 1861 dal Commissario straordinario delle Marche Lorenzo Valerio, in Istituto di Belle Arti per la Decorazione e Illustrazione del Libro, unico in Italia. E’ stato anche scrittore e direttore della rivista Studi urbinati di storia, filosofia e letteratura. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Federico da Montefeltro; Primi abitatori del territorio urbinate (un lavoro storico- scientifico); Guida storico turistica del Palazzo Ducale (1913); Vicende storiche dell’Università di Urbino; Fascino urbinate (1933). La sua è stata una vita piena, che si interrompe il 16 novembre 1945.

Ricordarlo e onorarlo è ora nelle mani di chi governerà la città dai prossimi giorni.