La freschezza dell’arte sembra in buone mani

Assieme al tradizionale Gruppo 7 una manciata di esordienti. Aperta tutti i giorni: 16,30-19,30;. venerdì e sabato anche 10-13.

La freschezza dell’arte sembra in buone mani

La freschezza dell’arte sembra in buone mani

di Grazia Calegari *

Ci voleva l’Associazione Emma Corvo, presieduta magistralmente da Giorgio Filippini, per organizzare una mostra così bella e fresca nell’altrettanto nuova Galleria Rossini di via Rossini, accanto alla casa di Gioachino. Vecchio e nuovo, o meglio nomi consolidati come quelli del “Gruppo 7” accanto ai sette giovani diplomati del Liceo Artistico Ferruccio Mengaroni di Pesaro, con la sensibile e attivissima    dirigente    scolastica Serena Perugini.

Anche nel tradizionale “Gruppo 7” ci sono novità, ovvero gli ingressi di Ennio Buonanno, Enos Zaniboni, Claudio Benoffi che aggiungono le loro esperienze umane e artistiche a quelle dei precedenti: Anna Rosa Basile, Graziella Bontempi, Daniele Cataudella, Ugo Felici, Paola Ranocchi, Francesco Sanfilippo, Roberta Tomassini.

I loro linguaggi sono molteplici, variano dal surrealismo metafisico (Basile), al naturalismo più sapiente e rasserenante (Benoffi), all’esplosione informale coloristica e vivificante (Sanfilippo), al realismo enigmatico (Bontempi), al linearismo raffinato e analitico (Buonanno), all’astrazione (Cataudella), o ancora all’apparente naturalismo che sconfina nella metafisica (Felici), nella dimensione onirica (Ranocchi), nel paesaggismo tradizionale (Tomassini), nel descrittivismo pop (Zaniboni).

Un piacere per gli occhi, in questa città poco abituata alle rassegne all’infuori delle storiche gavardiane, e compiute qui nel nome e nel ricordo della straordinaaria e generosa Emma Corvo. Quanto ai giovani, emozionati di poter esporre per la prima volta in questo spazio luminoso e adattissimo ad una vera Galleria, vorrei citarli ad uno ad uno con essenzialità e insieme con compiacimento e augurio: Alice Angelini, espressione di astrazione onirica. Nathalie Arduini, omaggio alla nevrosi del manierismo, con colori fosforescenti. Arianna CarbonI, desiderio di non vedere completamente tutto. Angelica Forni, fondo scuro, occhi sgranati. Gabriele Moretti, raffigura due esseri spaventosi, i monatti che portavano via i morti per la peste antica. Veronica Ridolfi, idea della partita vista dall’alto con realismo esasperato. Elisa Turco, senso dell’orrore psichedelico.

Il filo comune che lega questi ragazzi è un senso di paura, di angoscia e di tormento che esprimono in diversa maniera a nome di tutti noi. Come sempre gli artisti parlano con sensibilità personali, guardando    dentro di sé come si è sempre fatto, al di fuori delle mode e della superficialità. Ascoltiamo le loro voci, esistono nei giovani anche questi bisogni di sofferta autenticità e desiderio di esprimersi.

* storica dell’arte