La fuga breve del detenuto. Approfitta di una visita per liberarsi degli agenti. Trovato dai carabinieri

Si era nascosto in un capanno. Determinante l’indicazione di una vigilessa

La fuga breve del detenuto. Approfitta di una visita per liberarsi degli agenti. Trovato dai carabinieri

La fuga breve del detenuto. Approfitta di una visita per liberarsi degli agenti. Trovato dai carabinieri

Si può andare dal fisioterapista per il mal di schiena anche se si è detenuti, ma ieri un algerino di 30 anni ne ha approfittato per fuggire. Mezzora dopo è stato preso dai carabinieri nascosto in un capanno di via Lucio Accio, ma ha provato a far perdere le sue tracce. Non c’è riuscito perché una vigilessa in libera uscita si è accorta di quanto stava accadendo ed ha seguito l’uomo nella fuga seppur a distanza riuscendo a capire il nascondiglio. Poi ha chiamato i carabinieri avvertendoli di ciò che stava succedendo.

Tutto questo è accaduto al distretto sanitario di via Redipuglia, davanti alla piscina del Parco della Pace. Il detenuto, che doveva scontare una pena fino al 2029 nel carcere di Villa Fastiggi per violenza sessuale e tentato omicidio, fatti avvenuti a Milano, ha chiesto nei giorni scorsi di esser visitato da un fisioterapista. Per prassi, in casi del genere, il carcere si rivolge al distretto sanitario dell’Ast. Si trova in un vecchio e semifatiscente edificio posizionato di fronte alla piscina con un parcheggio adiacente. Da quanto si è appreso, il furgone della penitenziaria è arrivato e gli agenti hanno fatto scendere l’uomo per andare nell’ambulatorio. Ma non c’è mai arrivato o almeno no è chiaro. Infatti, sarebbe fuggito grazie al fatto di essersi ritrovato senza manette ancora fuori dall’edificio e non all’interno come era sembrato in un primo momento. Lo dicono le testimonianze dei sanitari che ieri hanno assistito dalle finestre alla caccia all’uomo. Il quale, un minuto prima, ha preso di sorpresa i tre agenti di scorta strattonandoli e facendoli cadere, grazie alla sua mole, dandosi alla fuga tra le vie adiacenti alla piscina. E’ arrivato in un capanno lungo via Lucio Accio e qui ha pensato di nascondersi per far passare qualche ora affinché gli inseguitori allentassero la presa. Non aveva fatto i conti con la vigilessa in libera uscita che si è accorta della traiettoria seguita indicando ai carabinieri dove andare a cercare. Ed era tutto giusto, indirizzo e capanno scelto dall’uomo per nascondersi. Ora il magrebino è stato riportato in carcere con la prospettiva di rimanerci molto di più rispetto alla pena.

Oggi ci sarà l’udienza di convalida e il processo per direttissima.

ro.da.