La pensilina dell’autobus come camera d’hotel

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Dormire sotto la pensilina del bus. Riparato (foto) da due coperte, per combattere il freddo e l’umido. Sono le 23 e 30 di martedì sera. L’auto sulla quale stanno salendo tre donne, accende i fari e illumina senza volerlo la figura distesa sui ferri gelidi della panchina di viale XI Febbraio, davanti all’istituto delle ex Magistrali appena restaurato. E’ probabilmente un uomo, quello disteso, almeno a giudicare dalle scarpe. Vicino a lui, sempre sotto la pensilina, c’è una bicicletta. La persona ha due coperte addosso: gli coprono anche la faccia, tanto che è difficile dire con esattezza se si tratta di un maschio o una femmina.

Le donne dell’auto lo guardano per un attimo. Dicono qualcosa, poi mettono in moto e ripartono. Qualcuno si avvicina e gli fa una foto. Ma non c’è nessuno che ha il coraggio di svegliarlo e di chiedergli se ha bisogno di qualcosa. L’ospedale è lì vicino, eppure illa clochard ha deciso di passare la notte lì sotto. Almeno non piove, visto che c’è un tetto e i vetri offrono un minimo di riparo. Su una delle pareti della pensilima c’è il cartello che indica che in quel punto c’è anche la fermata della navetta che porta i turisti a "Candele a Candelara". L’uomo non sembra disturbato dai rumori del traffico, lento, ma ancora presente, nella strada. A volte c’è chi dorme anche sotto il tetto del teatro Rossini, in corrispondenza delle uscite di emergenza. Scene di miseria estrema in centro, che anni fa non si vedevano.