La protesta dei trattori arriva sotto i Torricini: "Prezzi carburante alle stelle e noi più poveri"

Sono arrivati a Urbino 170 mezzi agricoli da tutto l’entroterra oltre ad una trebbiatrice con le loro bandiere. Oggi delegazione in centro

La protesta dei trattori arriva sotto i Torricini: "Prezzi carburante alle stelle e noi più poveri"

La protesta dei trattori arriva sotto i Torricini: "Prezzi carburante alle stelle e noi più poveri"

Sono stati 170 i trattori arrivati ieri mattina sotto Palazzo Ducale, a Urbino. Gli agricoltori chiedono parità e diritti sia per loro che per i consumatori perché come in uno specchio tutto è riflesso. Il corteo degli agricoltori ha toccato la città ducale dalle 8.30 al parcheggio De Angelis che si è rivelato insufficiente a contenere i mezzi e una trebbiatrice. Sono state utilizzate anche le due isole verdi dei tornanti che portano al Sasso. Alle 10.30, poi, tutti in fila per circumnavigare il centro storico, tornando un’ora dopo al punto di partenza. "Tutti gli agricoltori sono in grave difficoltà economica per diverse cause, a partire dall’aumento dei carburanti e dei prezzi dei prodotti. Ma anche le condizioni atmosferiche, alluvioni e siccità mettono in crisi - spiega Stefano Banci, tra gli organizzatori del presidio con Federico Tiberi e Lorenzo Ferri Marini -. La maggior parte dell’agricoltura si svolge nell’entroterra e quindi era giusto essere a Urbino così che tutti colleghi potessero esserci, ma anche per il fatto che è co-capoluogo di Provincia. Le richieste sono comuni in tutta Italia, più regole eque. Niente concorrenza sleale per i prodotti che vengono dall’estero e coltivati con tecniche e agro farmaci che in Europa sono vietati. Noi rispettiamo norme sanitarie stringenti, all’estero no. Vorremmo che poi sia rivista la Pac (Politica Agricola Comune) perché così è di difficile applicazione, scritta per 27 Paesi che vanno dal nord Europa alla Grecia. La nuova Pac ha previsto anche un taglio di contributi consistenti e quindi le aziende agricole si sono trovate male, se consideriamo la situazione climatica e gli aumenti generali".

Per qualche ora anche i cronisti sono diventati agricoltori, per osmosi, salendo sui trattori e ricevendo anche loro l’affetto di automobilisti, cittadini e passanti. C’è chi lanciava baci, chi saluti e chi con le mani un segno di forza e vicinanza. Anche un gruppo di bambini accompagnati era lì, verso via Oddi, a dare sostegno morale.

Una questione che riguarda tutti e non solo gli agricoltori. Perché mangiamo e ci nutriamo e senza questo antico mestiere, tramandato da generazioni, sarebbe difficile. C’erano anche tanti giovani, nuove leve e freschi imprenditori agricoli che sperano in futuro con questo lavoro. Non c’erano invece le sigle sindacali e le associazioni di categoria. Solo manifesti e bandiere dell’Italia per questa "manifestazione nata con un tam tam su WhatsApp, il gruppo locale conta 400 contatti circa", ci raccontano.

"Come si fa a ragionare con cose stabilite sulla carta, non possono esserci dei vincoli sui giorni prestabilisti per andare nei campi - raccontano Mauro Magnani e Davide Nucci di Auditore -. La produzione, rispetto alla pianura, da noi è inferiore. I terreni sono diversi, non sono costanti e quindi tutto varia. Non parliamo poi della viabilità. Si parla di fitofarmaci, la nostra regione coltiva principalmente biologico e quindi non si usano. Chi li impiega nel convenzionale deve sottostare a vincoli severi e sono prodotti diversi, meno impattanti, rispetto a quelli si usano fuori dall’Italia".

"Gasolio alle stelle, prodotti che non si riescono a vendere perché si preferisce importare quello estero. Il nostro ha una qualità diversa, maggiore, ma il lavoro non viene valorizzato - aggiungono Giulio e Roberto Formica con Mauro Crinelli -. Le ore sono stante, ci piace questo mestiere ma dobbiamo essere nelle condizioni per farlo, sia in agricoltura che nell’ allevamento. Non esiste uno stipendio, tutto è variabile e bisogna tutelare i giovani. Non ci si mantiene più, ora si chiude".

In alcuni contesti i contributi vengono erogati tramite click-day, ovvero chi prima accede alla piattaforma Internet, ma in molte zone la connessione è pessima quindi ci si rivolge alle agenzie specializzate "che però chiedono almeno il 10% sul finaziamento ottenuto, sarà possibile?", aggiungono altri allevatori e agricoltori.

Francesco Pierucci