La protesta scende in campo: "No al maxi impianto fotovoltaico . Difenderemo questi terreni"

Villa Fastiggi: residenti e rappresentanti del quartiere radunati nell’area destinata al progetto "Parliamo di un suolo ottimo, non inquinato, un’area da preservare. Basta con le speculazioni".

La protesta scende in campo: "No al maxi impianto fotovoltaico . Difenderemo questi terreni"

La protesta scende in campo: "No al maxi impianto fotovoltaico . Difenderemo questi terreni"

Luigi Formica ha portato un tocco di ottimo parmigiano: "Ecco, questo è prodotto con il foraggio di questo terreno, che prende la via dell’Emilia. Le nostre eccellenze alimentari. E cosa mangeremo domani: i pannelli fotovoltaici?" Strada in Sala, periferia della città a ridosso di Villa Fastiggi. Scampoli di paesaggio agrario, assediato da cemento e asfalto: zone industriali e residenziali, la Montelabbatese, poco più su la nuova bretella programmata. Quel terreno di dieci ettari è inserito in un mosaico di coltivi – produzioni orticole e cerealicole, pascoli – fiancheggiato da case coloniche. A breve distanza le anse del Foglia con le loro aree umide. Siamo sul primo terrazzo alluvionale, per usare il gergo dei geologi. Terreni fertili, sempre freschi, permeabili, pascolo per caprioli ed altri mammiferi, così come per innumerevoli uccelli, e i pacifici aironi guardabuoi sono a testimoniarlo. Terreni che svolgono anche importanti funzioni ecosistemiche: dalla capacità di assorbire acqua e alimentare le falde fino alla cattura della CO2.

Ebbene, su quell’area incombe la minaccia di un campo fotovoltaico. Progetto presentato nell’ottobre 2022 dalla ditta Elion srl, che nel frattempo ha fatto il suo corso in sordina. Potenza nominale inferiore a 5 Mw, dunque procedure semplificate. Distanza entro i 500 metri dalla zona industriale, il che lo inserisce tra le aree idonee a questo tipo di impianti. Appresa la notizia, monta la protesta dei cittadini per lanciare il grido d’allarme e scongiurare la spianata. Ieri in strada in Sala c’è stato una sorta di sit-in: residenti, coltivatori, affittuari, semplici cittadini. "Sempre su questo terreno (di proprietà dei Londei di Ponte Armellina, ndr), precedentemente si era tentata una lottizzazione con orti. Fallita quella, ora ci si butta sul fotovoltaico – commenta Luca Di Dario, consigliere comunale pesarese –. Sarebbe un disastro: qui a fianco è previsto un bosco urbano, qui dovrà passare la ciclabile del Foglia, qui tanti pesaresi vengono a passeggiare".

"Suolo ottimo, non inquinato, che produce foraggi e cereali ricchi di nutrienti – dice Luigi Formica, ex affittuario – con tanto di analisi". Gli fa eco un collega: "I terreni bisogna darli a chi li coltiva, specie ai giovani, non a chi fa queste speculazioni. Per il fotovoltaico ci sono a disposizione distese di capannoni da far paura". Andrea Salvatori, presidente del quartiere Villa Fastiggi-Villa Ceccolini: "E’ un’area di grande valore paesaggistico, un polmone verde da preservare. Il quartiere si batterà affinché rimanga tale. E speriamo che il Comune sia al nostro fianco". Ancora Di Dario: "Chiederemo che il sindaco si faccia parte diligente per salvaguardare queste aree. E solleciteremo un’attenta valutazione di impatto ambientale".

Quelle a rischio, si scopre, sono tante. Un’alluvione di pannelli incombe sul territorio pesarese: Tre Ponti, Case Bruciate, Villa Ceccolini, ancora Villa Fastiggi, la piana del fiume oltre la Pica. E altre ancora. Centinaia di ettari. Gli intermediari sono all’opera per accaparrarsi i terreni: "Diciotto ettari sono stati ceduti di fianco al mio, in via Ciarciano – racconta Domenico Franzese – Da me sono venuti un anno fa, offrivano 50.000 euro ad ettaro. Ho detto no". Storia simile in via Falcineto: ""I miei vicini hanno accettato – dice un residente – e io adesso mi ritrovo con il carcere su un lato e il campo fotovoltaico dall’altro". C’era un tempo la speculazione edilizia, che s’è mangiata una grande fetta d’Italia. Adesso il business è altrove. Le chiamano rinnovabili: ma nulla, su quei campi, tornerà come prima.