La storia di Gaifa in un nuovo libro

“La terra di nessuno“ raccontata tra documenti e nuove scoperte.

Un libro per raccontare la plurimillenaria storia della vallata di Gaifa, ridando l’unitarietà perduta a un ambito territoriale oggi distribuito tra Urbino, Fossombrone e Fermignano. L’opera, autoedita, s’intitola “Gaifa. La terra di nessuno“, curata da Anna Fucili, con testi di Anna Lia Ermeti, Anna Fucili, Sara Bartolucci, Leonardo Gubellini e Nicole Hofmann, e stampata da Arti Grafiche Stibu, sarà presentata domani alle 18 nella Pieve di Santo Stefano di Gaifa.

Il titolo è tratto da “waifa“, etimo di derivazione longobarda che significa "terreno che non appartiene ad alcuno", "terreno comune". Dal mistero della perduta campana della torre della Brombolona, su cui, 100 anni dopo la soppressione dei Cavalieri templari, fu impresso il quadrato magico del Sator, simbolo a loro legato, al passaggio di antiche civiltà, dall’attività medievale agli itinerari tra mulini, torri, chiese e paesaggi, l’opera disegna un mondo finora nemmeno supposto. Di fronte alla Pieve, poi, c’è il Campo vetrina di Prometeo il Farro, che si rinnova ogni anno per far conoscere i cereali che hanno accompagnato l’uomo nella propria attività agricola. Il volume è promosso dal Circolo culturale Pieve di Gaifa, realizzato con il contributo della BCC del Metauro, il patrocinio di Arcidiocesi di Urbino-Urbania-Sant’Angelo in Vado, Provincia di Pesaro e Urbino, Città di Urbino, Pro Loco Canavaccio e la collaborazione di Prometeo.

n. p.