L’addio a Matteo Ridolfi: "Noi sappiamo che uomo eri. E l’hai dimostrato fino alla fine"

Commozione a Montecchio per l’ultimo saluto al 28enne che ha donato gli organi. La lettera degli amici e il ricordo: "Eri e rimarrai sempre il nostro poeta".

L’addio a Matteo Ridolfi: "Noi sappiamo che uomo eri. E l’hai dimostrato fino alla fine"

L’addio a Matteo Ridolfi: "Noi sappiamo che uomo eri. E l’hai dimostrato fino alla fine"

"Nonostante tu sia andato via così presto, hai dimostrato fino alla fine che uomo eri…".

Gli amici del 28enne Matteo Ridolfi, il giovane al quale venerdì scorso i sanitari del San Salvatore, dopo l’accertamento della morte cerebrale, hanno espiantato gli organi per sua stessa volontà espressa in vita, hanno salutato l’amico con un grande striscione e palloncini bianchi con su scritto pensieri d’amore. Il messaggio è stato appeso davanti alla chiesa di Montecchio dove ieri pomeriggio è stato celebrato il funerale alla presenza dei numerosissimi amici, colleghi e conoscenti che si sono stretti intorno alla famiglia per l’ultimo saluto a Matteo. Il giovane operaio della Tecnoplast era stato ricoverato al reparto di Rianimazione una settimana prima della tragedia e la stessa mamma di Matteo non era a conoscenza che il ragazzo, un paio di anni prima, all’atto del rinnovo della propria carta di identità, aveva indicato il consenso alla donazione degli organi.

"La scelta di Matteo – ha commentato il parroco di Montecchio, al termine della cerimonia – ha reso più felice la vita di tante persone". Ma il dolore dei tanti amici presenti alla funzione era palpabile ed è stato espresso con parole cariche di emozione. "Tu sei quella persona con la quale mi piace condividere quel che ho, perché mi hai sempre dato l’impressione di essere una bella persona", si legge in una lettera scritta dagli amici e letta da una ragazza al termine della cerimonia funebre. Molti dei giovani che lo conoscevano e gli volevano bene frequentano la compagnia di Borgo Santa Maria: Matteo infatti, amante della musica, della lettura e descritto come un ragazzo introspettivo, era molto conosciuto anche a Pesaro oltre che a Vallefoglia dove era residente insieme alla mamma Gigliola.

"Non avrei mai pensato di ritrovarmi qui – ha commentato un altro amico con la voce rotta dall’emozione al termine della funzione-. Ne abbiamo fatte tante: abbiamo trionfato e sofferto insieme. Eri intelligente, leggevi tanto, suonavi e scrivevi canzoni che parlavano d’amore anche se non lo ammettevi. Facevamo discorsi filosofici sulla vita e ci saremmo presi le nostre rivincite". E il dolore, quando è così forte, quasi si confonde con la “rabbia – incalza l’amico –. Ho perso un grande amico e un punto di riferimento che non ero pronto a perdere. Stacci vicino".

In tanti poi hanno ricordato anche la vitalità e la gioia di vivere di Matteo. "Tu sei la camicia a fiori del sabato sera – si legge ancora nella lettera dedicata al giovane Matteo -, quello delle battute sempre nel momento giusto. Eri e rimarrai sempre il nostro poeta". L’uscita del feretro dalla Chiesa è stata accompagnata dalle note della canzone “Gente che spera” cantata da J Ax. Presenti all’uscita dalla chiesa anche due volontari Aido che hanno sensibilizzato i presenti circa l’importanza di esprimere il proprio consenso alla donazione degli organi all’atto del rinnovo della carta di identità. E in tanti, tra i presenti, si sono informati sulle modalità per esprimere la propria volontà seguendo e onorando l’esempio di Matteo.

Antonella Marchionni