L’assalto dei 700 a Palazzo Ducale. Tra affreschi e letti presidenziali tutti assetati di arte e di storia

Ieri pomeriggio il sold out, tanti costretti a rimanere fuori: colpisce i visitatori la camera delle autorità, 80 metri quadri, appena restaurata. Poi la vicenda di Pandolfo Collenuccio e il bagno della duchessa .

L’assalto dei 700 a Palazzo Ducale. Tra affreschi e letti presidenziali tutti assetati di arte e di storia

L’assalto dei 700 a Palazzo Ducale. Tra affreschi e letti presidenziali tutti assetati di arte e di storia

Assalto al Palazzo Ducale. Una fila di visitatori così non la si vedeva da anni: ieri, mattina e pomeriggio, copriva quasi tutta piazza del Popolo.

Il Fai nelle giornate di sabato e domenica ha aperto le stanze dei duchi. Per placare la fame di storia, arte, bellezza. Perchè in quei saloni, ovvio, si vola alto. E si vola in grande. Vedi la camera presidenziale, appena restaurata, con quel letto a due piazze che sembra piccolo piccolo. Lì, come noto, dormono le personalità politiche quando arrivano in città: ad esempio presidenti della Repubblica come Sandro Pertini, che "proprio ci pernottò", come precisava ieri il baby cicerone, o colleghi come Carlo Azeglio Ciampi e più di recente anche Giorgio Napolitano, che si limitarono a un sonnellino pomeridiano. La camera è grande come circa due monolocali, sugli 80 metri quadri: forse è questa larghezza che attrae chi dorme tutti i giorni in molto meno.

Tra i pesaresi a fare la fila in piazza, tanti non erano iscritti al Fai, qualcuno aspettava dalle 9 di mattina, e sono entrati due ore dopo, con innegabili malumori. Ma nel pomeriggio è peggio: le visite diventano sold out alle 15.10. Pieno, non entra più nessuno. Ci sono i pesaresi ma anche tanti turisti, ad esempio dalle basse Marche e dall’Emilia Romagna. E poi ci sono loro: gli oltre 200 studenti delle medie e delle superiori, che il referente Fai per le scuole, il professor Alessandro Ceccarelli (architetto, insegna Storia dell’arte e Disegno al liceo Marconi), prepara per queste giornate assieme ai colleghi. Tra di loro ad esempio c’è Lucilla Sanchini, prof alla Nuova Scuola, che dà gli ultimi consigli ai ’baby ciceroni’ prima delle visite. "Quando parlate – dice agli studenti – cercate di guardare la gente, e non le opere che illustrate".

A guardare le opere ci pensano i visitatori. E dicono: "Palazzo Ducale non ce l’aspettavamo così grande e così pieno di tesori". Le frotte entrano nelle sale affrescate, e quando arrivano ad esempio nella quarta stanza col soffitto affrescato dal Liverani, scoprono finalmente, guardando il quadro di Giuseppe Castellani, un pittore pesarese dell’800, chi era quel Pandolfo Collenuccio cui è intitolato il noto piazzale cittadino; l’umanista esiliato da Pesaro, poi riattirato con l’inganno in città da Giovanni Sforza: torturato e ucciso.

Poi Alessandro Ceccarelli illustra l’ala lungo il Corso XI Settembre, dalla Sala degli alabardieri fini al balconcino che fa angolo con via Barignani: "E’ l’ultima ala realizzata del palazzo, ma sono importanti le botteghe che erano state realizzate sotto, il duca voleva creare una economia di tipo artigianale che servisse, concretamente, al Ducato". E poi il bagno della duchessa Lucrezia D’Este, con quella statuina, che rappresentava un simbolo religioso, decapitata quando in città a fine ’700 arrivano i giacobini. Poi il locale annesso al giardino segreto, con le pareti illustrate da alberi con foglie (le cosidette "boscarecce"), sopra i cui rami sono appese le armature, per far capire che lì i pensieri di guerra erano appesi al chiodo. Storia e storie. A fine serata tra ieri e oggi 730 ingressi, per la grande bellezza.

Alessandro Mazzanti