L’atto artistico senza mezzi Termini. Il contemporaneo vive con l’antichità

A Cagli la mostra dello scultore siciliano, trapiantato da anni nel nostro territorio. Dopo la collettiva a Roma all’Accademia di San Luca, pensa a Monteciccardo e alla Sinagoga di Pesaro.

L’atto artistico senza mezzi Termini. Il contemporaneo vive con l’antichità

L’atto artistico senza mezzi Termini. Il contemporaneo vive con l’antichità

"Il mio è un ritorno a casa – dice Giovanni Termini – sia per gli amici che torni a rivedere, ma anche per tutti coloro che magari non ti possono seguire nelle varie mostre a cui partecipi".

Lo dice, Termini, per la mostra di Cagli, ma non solo, che si è inaugurata a palazzo Tiranni-Castracani "dove il contenuto si integra nel contenitore e si valorizzano. Sono molto contento – prosegue lo scultore – perché sto avendo riscontri molto positivi dalle persone che raggiungono Cagli per visitare la mostra. E il titolo di questa esposizione all’interno di palazzo Tiranni Castracani, “Come la metti sta“ ha un valore ironico e sarcastico perché come la metti sta non è come nella vita".

Per Giovanni Termini, grazie anche alla sponsorizzazione arrivata dalla famiglia Cariaggi, un ritorno a casa con valenze anche simboliche perché nel torrione della città c’è già una sua opera ed è lì dal 2001. Ma non solo questo "perché è anche il luogo di un caro amico e un maestro come Eliseo Mattiacci". Ed i Cariaggi hanno sponsorizzato solo due mostre a Cagli: quella che fece Eliseo Mattiacci ed ora questa di Giovanni Termini. Con quella faccia un po’ così, perché sembra una specie di Albert Einstein della scultura, Termini è un artista che viaggia controcorrente perché in questo suo tempo legato a Pesaro capitale della cultura, l’8 di maggio sarà di nuovo all’opera, ma cambiando location: si passerà da Cagli a Montecirccardo.

Il tutto all’interno, assieme ad altri 15 artisti, della rivisitazione di una mostra che è rimasta nella memoria di tante appassionati dell’arte come "Sculture nella città", e che ora diventa "Sculture per la comunità" nell’ambito di Pesaro 2024.

Dice Giovanni Termini: "Per questa mostra che è curata da Marcello Smarrelli tutti quanti hanno cercato di posizionarsi all’interno del centro storico di Pesaro. Io invece, con il curatore Marco Tonelli, sono andato in senso opposto e cioè agli estremi e quindi farò una riflessione sulla periferia, su Montedciccardo, luoghi che il tempo ha trasformato in dormitori. Luoghi che rischiano l’abbandono e lo spopolamento, ma in realtà la loro vera bellezza sta anche nel territorio che gli sta attorno. Montecirccardo non è solo il conventino, ma è un punto di osservazione e il suo fascino sta nel paesaggio. E per questo luogo non ho pensato tanto ad una opera, ad una scultura – dice Termini – ma ad un progetto".

Torna a casa Giovanni Termini dopo bagni di folla perché ha partecipato ad una collettiva a Roma, negli spazi dell’accademia nazionale di San Luca con oltre mille visitatori solo nel giorno dell’inaugurazione. Il suo viaggio artistico è tra Cagli e Monteciccardo, ma girando con la sua bici per il centro storico di Pesaro, un desiderio ce l’ha: "Se dovessi pensare ad una mostra a Pesaro il luogo dove mi piacerebbe non tanto pensare ad una esposizione di molte opere, ma ad un atto unico fatto di un solo lavoro, è la Sinagoga. Rocca Costanza? Lì immagginerei una collettiva dentro le celle. Ma non troppo tardi perché è ancora in fase di costruzione perché poi perderebbe il suo fascino come il pavimento in cemento. E’ ancora tutto in sospeso e questo fattore rende le celle della Rocca affascinanti".

m. g.