Le ha sparato da 20 centimetri Quel delirio esploso in un colpo solo "Omicidio senza alcun movente"

Andrea Marchionni e i suoi incubi alla base della tragedia. Domani sarà sentito dal gip di Urbino

Un solo colpo, alla fronte, ma da una distanza ravvicinata, quasi a bruciapelo, 20 centimetri massimo tra la canna della sua Beretta 9x21 e il volto incredulo di Marina. Il delirio di un uomo esplode e diventa esecuzione, come si fa con il peggiore dei nemici in guerra, e spezza per sempre i sogni di una 40enne che voleva solo godersi la sua famiglia normale e insieme meravigliosa, un compagno che amava e quella bambina di due anni e mezzo che le aveva regalato allegria fino a pochi minuti prima.

Perché forse, davvero, nella mente di Andrea Marchionni, quella donna era la terribile nemica, lo spettro da abbattere, forse l’intrusa, quella che nella sua mente aveva sconquassato l’equilibrio di una famiglia che lui non avrebbe mai avuto.

I colori dei quadri-copia che dipingeva, ultimo sprazzo disperato di normalità cui dedicarsi per scacciare il delirio, non sono bastati ad alleviare il nero dei suoi mostri. "Non c’è una ragione di questo delitto", diceva ieri un parente di Marina, "per questo per noi il dolore è ancora più insopportabile".

Chissà se domani, davanti al gip del tribunale di Urbino, nell’interrogatorio di convalida dell’arresto cui sarà sottoposto per rispondere del reato di omicidio volontario, Andrea Marchionni riuscirà a fare quello che finora non ha fatto; spiegare le ragioni, il "movente". Ma Marchionni, almeno per ora, non pare un assassino mosso da movente: forse è solo uno che cova per anni il delirio e poi lo fa esplodere, in un colpo solo. Poi torna normale, regolare, addirittura docile: mette la Beretta – la Beretta che possedeva dal 2020, "per uso sportivo" – in una scatola, entra in macchina, mette in moto, arriva fino alla caserma dei carabinieri di Fossombrone, dice "ho ucciso mia cognata", accompagna diligente i carabinieri a casa sua, come il più incensurato degli assassini, e forse per la prima volta vede quella casa finalmente come vuole lui, privata di quella donna che aveva anche provato a parlargli, ma che lui ha odiato, fino alla morte, senza appello, chissà perché.

Per questo, l’unico mistero di questo omicidio potrebbe vagare, incomprensibile, nella sua mente. L’autopsia che è fissata per questa mattina, all’ospedale di Fano, sul corpo di Marina, servirà solo a confermare la meccanica di una micidiale e già nota esecuzione. I carabinieri hanno sequestrato al 47enne il cellulare e un computer. Da cui forse spunterà fuori, tra gli altri, il peggiore dei mostri che da troppo tempo avevano invaso la vita dell’uomo che copiava i quadri: il niente.

Alessandro Mazzanti