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Le meridiane, un vero patrimonio cittadino
di Giovanni Volponi
Urbino, città… delle meridiane. Sembrerà strano, perché non sono oggetti a cui prestiamo attenzione, anche se magari ci passiamo davanti tutti i giorni. Eppure non è frequente che in un centro storico delle dimensioni di Urbino siano giunte fino a noi ben sei meridiane solari, di cui una a camera oscura.
Tralasciando quest’ultima, non soggetta a usura perché realizzata all’interno della chiesa di sant’Agostino, non aperta al culto da decenni, sono appunto cinque gli antichi orologi che forniscono l’ora grazie al sole. Di questi, uno è stato appena restaurato: il più recente di tutti, commissionato nel 1996 nientemeno che da Carlo Bo nella sede della facoltà di Economia, all’epoca ancora in ristrutturazione.
"La meridiana, non essendo antica, è interessante da un punto di vista tecnico – spiega il restauratore trevigiano Ivan Ceschin – essendo stata eseguita per quanto riguarda i calcoli dall’esperto gnomonista Giovanni Flora, oggi scomparso. A realizzarla materialmente, fui io stesso, con la tecnica dell’affresco che è in assoluto la più durevole, a meno che non si opti per una superficie di pietra".
Ceschin è sia autore che restauratore di meridiane. "Da quando ho iniziato negli anni ’80, ho messo le mani su oltre cento meridiane. È un lavoro ma anche una grande passione. Per farne una, si inizia con dei rilievi per capire l’esposizione della parete. La migliore è verso sud. Con queste misurazioni viene eseguito un progetto che si porta su un cartone in scala 1:1, allo stesso modo dei pittori che anticamente eseguivano gli affreschi. Sulla parete si fa quindi uno strato di cocciopesto (non di cemento, altrimenti l’affresco non tiene), poi una rasatura a base di calce e marmorino e infine si dipingono le linee ad affresco con estrema precisione, il tutto entro 6 ore, prima che la calce asciughi". Il restauro, il primo dal 1996, è consistito in un consolidamento della superficie e nella seguente ripresa delle linee e delle scritte colorate in rosso e giallo.
"Nonostante l’affresco – prosegue Ceschin – sia l’unica tecnica che resiste ai raggi UV, il degrado era avanzato: ora invece l’ora si legge da qualsiasi punto del cortile. Ringrazio l’ateneo per avermi richiamato dopo quasi trent’anni. È stato un piacere tornare a Urbino e ammirare anche le altre meridiane in città".
Le altre quattro sono: quella seicentesca del giardino pensile di palazzo ducale, particolare perché concava, ripristinata nel 2018 ma purtroppo già sbiadita; quella ad affresco in piazza Pascoli, illeggibile in vari punti ma molto elegante; quella a porta Santa Lucia, in pietra, andrebbe solo ripassata nei numeri; infine una in un giardino privato in corso Garibaldi, parzialmente visibile dalla strada.