L’economia fanese annaspa. Segnali positivi dalla nautica

Al convegno ’Artigiani al centro’ i risultati dello studio della Cna. In centro storico, morìa di botteghe.

L’economia fanese annaspa. Segnali positivi dalla nautica

L’economia fanese annaspa. Segnali positivi dalla nautica

"Popolazione in calo, botteghe che chiudono, meno attività che aprono rispetto a quelle che chiudono, negozi sfitti. L’economia fanese annaspa, come nel resto della provincia e delle Marche. Ma non mancano segnali incoraggianti in alcuni settori come quello dei servizi e della nautica". E’ questa la fotografia scattata dal Centro Studi della Cna e raccontata lunedì nel corso del convegno "Artigiani al centro", organizzato con l’assessorato alle Attività Produttive del Comune in una sala della Concordia gremitissima. Ne hanno discusso il segretario Cna Marche Moreno Bordoni, l’assessore Etienn Lucarelli, il direttore del Centro Studi Cna, Giovanni Dini e il professor Ilario Favaretto.

Il focus riguardava in particolare il centro storico, il suo spopolamento e il progressivo abbandono di botteghe artigiane e piccolo commercio. Il discorso si è poi allargato anche al resto della città. "Al 2012 la popolazione di Fano è aumentata di oltre il 10% rispetto a quella del 2001 - i dati forniti dal Centro Studi Cna-. Negli ultimi 10 anni invece la popolazione residente è in deciso calo a Fano (-5,3%), più che nella provincia e nella regione, assai più che nel Paese. La composizione per classi età vede Fano più "vecchia" rispetto alla provincia: per la minore incidenza della fascia dei giovanissimi (0-14 anni) e per la maggiore incidenza degli over 65 nel 2022. L’artigianato perde considerevolmente imprese negli ultimi dieci anni: il numero cala però più a Fano (-20,4%) che nella provincia (-18,6%). Se si considerano le imprese attive nel commercio al dettaglio (tessuto di imprese importantissimo nella vita delle città) si vede come Fano registri negli ultimi dieci anni un ridimensionamento particolarmente marcato (-26,2%). A Fano calano di numero anche le attività artistiche culturali e tradizionali (-13,0%). L’indebolimento di questo comparto si deve soprattutto all’oreficeria".