ANTONELLA MARCHIONNI
Cronaca

Lei, vittima delle bulle: "Picchiata e minacciata. In quella scuola non torno"

Il racconto della ragazzina di 15 anni vittima del gruppo guidato da una coetanea "A dicembre mi fecero finire al Pronto soccorso dopo avermi aggredita. E pochi giorni fa, mentre ero in bagno, una di loro ha detto: "Le taglio la gola".

Lei, vittima delle bulle: "Picchiata e minacciata. In quella scuola non torno"

La ragazza, col volto coperto per non renderla riconoscibile,. ieri in redazione

Ha deciso di raccontare la sua storia in prima persona. E’ arrivata in redazione accompagnata da suo padre e dalla sorella maggiore. E’ la 15enne che ha lasciato la scuola denunciando di essere vittima di bullismo da parte di alcune coetanee che frequentano lo stesso istituto superiore della città. La storia l’abbiamo raccontata venerdì. La famiglia si è rivolta ad un avvocato che ha scritto sia alla scuola sia all’ufficio scolastico provinciale chiedendo di intervenire e segnalando episodi di violenze, minacce e soprusi da parte di una coetanea che frequenta lo stesso istituto e delle proprie amiche. "Ho chiesto al preside di parlare con le ragazze e di risolvere la situazione – dice il padre della ragazza –. Mia figlia è già una settimana che è a casa e dovrà cambiare scuola perché la situazione è diventata insostenibile".

Qual è stato l’episodio più brutto che hai vissuto?

"A dicembre dello scorso anno – racconta la ragazzina – mi hanno circondata e picchiata. Mi hanno sputato addosso e ho visto il flash di un telefonino che fotografava la scena. Ero in un luna park con una mia amica. E’ stato terribile".

Qual è stata la molla che ha fatto scattare tutto questo?

"Il giorno prima le avevo incontrate in un fast food insieme a mia sorella. C’era fila e loro non l’hanno rispettata. Mia sorella gliel’ha fatto presente e loro evidentemente se la sono presa. Il giorno dopo le ho incontrate di nuovo e me l’hanno fatta pagare. Mi hanno detto che le avevo guardate male. Mi hanno picchiata. Sono stata portata al pronto soccorso con l’ambulanza. Avevo un occhio nero e una lesione al cuoio capelluto perché mi avevano tirato forte i capelli. Dicono che le avevo guardate male e che non dovevo farlo".

Com’è cambiata la tua vita dopo quell’episodio?

"La mia vita è diventata insopportabile. Per sei mesi non sono più uscita di casa perché avevo paura. Uscivo solo per andare a scuola e ogni giorno mia mamma, preoccupata, mi inviava un messaggio appena dopo il suono della campanella per accertarsi che fossi entrata in classe e che stessi bene".

E ora a scuola come va?

"Non ci vado più. L’ho lasciata alcuni giorni fa. Mi dispiace perché era proprio l’indirizzo che avevo scelto. Sono costretta a cambiare a causa loro".

E da parte delle insegnanti, del preside e dei compagni hai avuto un sostegno?

"L’unica che mi ha cercato, in questi giorni in cui sono a casa in attesa di cambiare scuola, è stata una mia compagna di classe. Da parte delle insegnanti e del preside neanche un contatto".

C’è stato un tentativo di chiarimento prima della tua decisione di lasciare la scuola?

"Si, io e la ragazzina a capo delle altre siamo state convocate dal preside ma non è servito a nulla. Mi sono rifugiata nel bagno della scuola, mi hanno raggiunta e sentivo che dicevano tra di loro: ‘Vuole andare a casa oggi? O vuole riandare al pronto soccorso? Gli taglio la gola!’. Tra l’altro la classe che frequenta la ragazzina a capo del gruppo è proprio di fronte alla mia. Secondo me avrebbero almeno dovuto allontanarci".

E le insegnanti? Sono mai intervenute?

"Le insegnanti spesso ci rimproveravano entrambe, invitandoci a stare calme. Una volta la coordinatrice, chiamandoci per un chiarimento in palestra ci ha detto: ‘Avete preparato i guantoni? Siete pronte per l’1 vs 1 che ci sarà in palestra adesso?’. Poi arrivate in palestra, la coordinatrice ci ha detto: ‘Mantenete le distanze e riscaldatevi’".