L’invasione dei pannelli fotovoltaici. Spunta un altro maxi impianto: "Uccidono i nostri terreni agricoli"

Dopo Villa Fastiggi, le colline di Tavullia. Ma anche tutta la periferia cittadina è minacciata dai progetti

L’invasione dei pannelli fotovoltaici. Spunta un altro maxi impianto: "Uccidono i nostri terreni agricoli"

L’invasione dei pannelli fotovoltaici. Spunta un altro maxi impianto: "Uccidono i nostri terreni agricoli"

Tavullia (Pesaro Urbino), 19 febbraio 2024 – Il sonno della Regione genera mostri. Quelli che presto vedremo sul nostro territorio: grandi campi fotovoltaici su terreno agricolo. Dalla pianura alla collina la protesta si espande, mentre le amministrazioni si dicono con le mani legate. Dopo la mobilitazione per Villa Fastiggi, ieri è toccato a Tavullia. Località Stroppato, in cima alla valletta del fosso della Biscia. Dolci colline destinate a cambiare aspetto, campi coltivati a girasole, frumento, erba medica. Qui è autorizzato un impianto da 9,8 megawatt su dieci ettari.

Approfondisci:

Ecomafie: il caso Riceci. Paolini annuncia il colpo di scena. E i commissari convocano Tiviroli

Ecomafie: il caso Riceci. Paolini annuncia il colpo di scena. E i commissari convocano Tiviroli

"Un giorno vediamo arrivare un geometra – racconta Alice Alberghetti, la cui casa si affaccia sui terreni – e inizia le misurazioni. Così apprendiamo del progetto. Presentato dalla SB9, una ditta italiana che ha alle spalle una società tedesca". Meccanismo ormai noto: il decreto legge 199/2021 dà via libera a questi impianti con procedura semplificata, senza valutazione di impatto ambientale, grazie a un vuoto normativo. Il decreto fissa criteri generici – si parla di ‘aree compromesse o marginali’ – lo Stato non ha fatto seguire le linee guida, la Regione per un anno ha dormito, senza individuare le aree idonee. Ed ecco quello che Alice chiama il "tana liberi tutti". E se a Villa Fastiggi il grimaldello legale è la distanza (meno di 500 metri da un’area industriale), qui è la presenza di un’ex cava. Quella della Pica, dismessa 20 anni fa e bonificata. Come dire: un principio sancito da una legge (un’area sfruttata e risanata) tradito da un’altra legge.

"La Regione, che riceverà 90.000 euro per tre anni senza aver mosso un dito – ancora Alberghetti – non si è neanche presentata alla conferenza dei servizi, da cui invece noi siamo stati esclusi". Ultima chicca: i residenti hanno comprato su area agricola, dopodiché si scopre che la destinazione urbanistica è diversa. "Stiamo ricevendo richieste di impianti fotovoltaici ogni giorno – fa sapere Michele Matteucci, presidente del consiglio comunale di Tavullia – e ci troviamo con le mani legate. Qui serve una regolamentazione, altrimenti si rischia di chiudere la stalla a buoi scappati. Siamo pronti a far approvare una mozione, come ha fatto Pesaro".

La Regione negli ultimi giorni ha dato segni di vita: "La 3ª commissione – informa il consigliere Andrea Biancani – ha licenziato una norma che andrà presto in consiglio. Si parla di tutelare zone agricole con produzioni di qualità tipiche, così come le aree Natura 2000. Ma il problema è di fondo: bisogna dire no agli impianti su tutti i suoli agricoli". Anche le amministrazioni locali hanno le loro colpe. Flavio Angelini (Lupus in fabula) muove un rimprovero al Comune di Tavullia: "Da oltre un anno sapevate di questi progetti e non avete fatto nulla. La mozione che dite di voler fare ora dovevate farla a luglio 2022. Vi muovete solo adesso, sulla spinta dei cittadini".

Stefania Matteucci, un’altra residente: "Volevo investire in un progetto di bioedilizia per la mia casa, ora non so. Quando l’ho presentato, sono spuntati un sacco di vincoli paesaggistici, ora guarda caso sono spariti". Nel Comune di Tavullia, al momento, risultano approvati altri due impianti fotovoltaici su suolo agricolo, in strada del Tesoro, senza contare le richieste per l’agrivoltaico. A Pesaro tutta la periferia agricola è minacciata: Villa Fastiggi, Villa Ceccolini, Case Bruciate, Pozzo Alto, la piana del Foglia nei pressi della Pica. "Stiamo svendendo il territorio alle società straniere", accusa Rosalia Cipolletta di Legambiente. Comitati e associazioni – fa sapere Michele Alessandrini, presidente del Quartiere 8 di Pesaro – chiederanno alla Regione di essere ascoltati prima della approvazione definitiva. Alla fine, una domanda su tutte resta sospesa: "Perché nei luoghi dove coltiviamo il nostro cibo?".