Lo strazio al 118: "In corsia parlavamo di figli e progetti. Ora siamo sconvolti"

Il ricordo delle tre vittime che lavoravano alla Potes di Fossombrone. Parla una dottoressa: "Vi racconto Cinzia, Stefano e Sokol".

Lo strazio al 118: "In corsia parlavamo di figli e progetti. Ora siamo sconvolti"

Lo strazio al 118: "In corsia parlavamo di figli e progetti. Ora siamo sconvolti"

Fossombrone, Acqualagna, Cagli, Montefelcino: comunità sotto choc per la tragedia dell’ambulanza che si è schiantata contro il pullman, incidente nel quale sono morte quattro persone. La dottoressa Luciana Torelli di lavoro fa il medico al pronto soccorso (emergenza-urgenza) sull’ambulanza del 118 di Fossombrone. Di solito copre l’altro turno, quello non gestito dai tre colleghi che l’altro ieri hanno perso la vita nel tragico incidente della galleria di Urbino. E’ sconvolta per l’accaduto e nel suo cuore ci sono alcune istantanee dei colleghi scomparsi. Di Stefano Sabatini, l’autista dell’ambulanza, ricorda il profilo umano oltre che professionale: "Stefano non aveva grandi hobby, ma adorava uscire nelle battute di caccia al cinghiale. Ieri era piuttosto seccato per il fatto di non poterci andare, dato che doveva lavorare. Purtroppo è accaduto l’irreparabile, una fatalità".

Quanto a Cinzia Mariotti, l’infermiera di Ca’ Rio (Cagli) "lei mi confidava – raccota la dottoressa Torelli – le sue vicende di mamma della sua adorata Benedetta: pensare che non la vedrà laurearsi è una tragedia nella tragedia. Sokol Hoxha, collega medico, era l’ultimo arrivato da noi e molto schivo sulle sue cose personali. Solo una volta mi aveva mostrato la foto di sua moglie e del suo bimbo, che ora ha quattro mesi. So che loro stanno in Albania".

Attoniti anche i residenti di Cagli ed Acqualagna dove Cinzia Mariotti, 49 anni, era molto conosciuta assieme alla sua famiglia, molto stimata nel territorio, gente di sani principi. Il padre, Franco, era un abilissimo cavatore di tartufi scomparso qualche anno fa. "Conosco la famiglia Mariotti fin da bambino – racconta il sindaco di Acqualagna Luca Lisi – grazie a mio padre e a mia madre che avevamo ottimi rapporti con loro. L’altro ieri saputa la tragedia, lo sgomento ha colpito l’intera cittadinanza. Cinzia era un’infermiera competente e capace, lascia la figlia Benedetta. Questa tragedia deve anche far capire il valore di coloro, come Cinzia e i suoi colleghi, che dedicano la propria esistenza agli altri mettendo continuamente a rischio la propria vita, vita che in un soffio se ne è andata. Mi sento vicinissimo ai famigliari di Cinzia e delle altre vittime ed esprimo le più sincere condoglianze a nome di tutta la collettività che rappresento".

Omero Cecchini di Fossombrone ricorda invece così Stefano Sabbatini, autista soccorritore di 59 anni e padre di tre figli: "Stefano ha giocato nel Fossombrone diversi anni fa quando io allenavo la Juniores. Poi abbiamo fondato la Sanmarinese e lui faceva parte della squadra come giocatore nel ruolo allora di ala destra. Un ragazzo d’oro, educato, piangiamo tutti la sua scomparsa". Lo storico della società di calcio del Fossombrone ingegner Francesco Tramontana aggiunge: "Stefano nella stagione 1980-81 sotto la guida di mister Zazzeroni giocò anche qualche partita da titolare nella prima squadra del Fossombrone, stessa cosa nel 1983-84 con mister Adanti. Era mio compagno di scuola, prima alle Medie e poi all’Istituto Tecnico di Urbino, poi ho perso un po’ i suoi contatti, ma nei momenti in cui si si vedeva ci si scambiava volentieri i saluti". "Un’amicizia che mi legava con Stefano di vecchia data – dice Roberto Gaudenzi di Fossombrone – era un mio vicino di casa, con lui condividevo l’acqua del pozzo per il giardino, una persona solare, disponibile con il prossimo, amante del suo lavoro".

Amedeo Pisciolini

Adriano Biagioli