L’ultima volta di Ricci: "Chi non riconosce l’antifascismo non riconosce l’Italia"

Il discorso in vista della chiusura dell’esperienza da sindaco: "La democrazia e la libertà vanno difese ogni giorno".

L’ultima volta di Ricci: "Chi non riconosce l’antifascismo non riconosce l’Italia"

L’ultima volta di Ricci: "Chi non riconosce l’antifascismo non riconosce l’Italia"

Per il 79° anniversario della Liberazione d’Italia grande partecipazione della cittadinanza al programma organizzato dal Comune di Pesaro. La manifestazione ha preso il via alle 9.15 con la messa in memoria dei caduti per la libertà in Cattedrale officiata da don Stefano Brizi. Poi la deposizione della corona al sacrario di via Collenuccio; quindi il corteo verso il Monumento alla Resistenza dove è stata deposta la corona e si sono susseguiti i vari interventi del presidente del consiglio comunale, Marco Perugini; del generale Luigi Caldarola, in rappresentanza delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma; di Matilde Della Fornace, presidente provinciale Anpi; di Hiba Zaydane del Bramante-Genga, rappresentante degli studenti; di Giuseppe Esposito che ha letto il monologo ‘25 aprile’ di Antonio Scurati.

Poi l’intervento di Matteo Ricci: "E’ il mio ultimo 25 aprile da sindaco – ha esordito il primo cittadino –. Chi non riconosce l’antifascismo non riconosce l’Italia. E’ una data fondante per noi italiani. È la nostra identità. Sono due i momenti cardine della storia d’Italia: le lotte risorgimentali, per l’unità del Paese, ed il tricolore che indosso da sindaco ne è simbolo e memoria, e la Resistenza, che ha portato alla Costituzione. Chiunque continui a non riconoscerli non riconosce fino in fondo il valore delle istituzioni repubblicane. Ricordiamo i partigiani: coloro che durante il fascismo, durante la Resistenza, scelsero di stare dalla parte giusta, il cui sacrificio ci ha garantito poi anni di libertà e democrazia. Grazie a quei giovani che andarono sulle montagne, anche qui nelle nostre terre, che decisero di collaborare con le Forze Alleate, per la liberazione del nostro Paese".

"Ma ricordiamo – ha proseguito Ricci – anche come è nato il fascismo: in un momento di estrema fragilità dello Stato liberale, dopo la prima Guerra Mondiale, quando i nazionalismi erano stati rinfocolati. Tra i segni dei crimini del fascismo, ricordiamo la persecuzione dei dissidenti, con l’omicidio di Giacomo Matteotti. La democrazia nasce nel nostro Paese grazie ai valori della Resistenza, scritti nella nostra Costituzione. L’antifascismo è in ogni articolo della Costituzione, anche in un articolo, che, nel momento in cui l’Europa è circondata da guerre, voglio ricordare: l’Italia ripudia la guerra. È l’Europa l’antidoto alle guerre: oggi è fondamentale che l’Europa sia più forte, che possa svolgere la sua funzione di pace, nei conflitti in corso, dall’Ucraina al Medioriente. Ecco perché è importante continuare a celebrare il 25 aprile. Significa ricordare la nostra storia, ribadire i valori della Costituzione antifascista e capire che i valori della democrazia e della libertà non sono acquisiti per sempre, ma vanno difesi ogni giorno. Se oggi siamo stati costretti a leggere il testo di Scurati, perché è stato impossibile ascoltarlo in tv, significa che anche il diritto alla libera espressione va difeso sempre. Saremo qui, ogni 25 aprile a ricordare la Liberazione, affinché l’antifascismo venga acquisito da tutti. Chi non riconosce l’antifascismo non riconosce l’Italia", ha concluso Ricci. Ha prestato servizio d’onore un picchetto dell’Esercito Italiano e la cerimonia è stata accompagnata dalla Banda di Candelara.

Luigi Diotalevi