"L’Università investa sull’ex Osca di Canavaccio"

Italia Viva Urbino propone di valorizzare Canavaccio con nuove prospettive, come l'apertura di dipartimenti universitari, per contrastare lo spopolamento e favorire lo sviluppo economico delle periferie. La coalizione 'La città che verrà' sostiene l'idea di creare opportunità e servizi nei borghi, considerando l'Università come motore di crescita per l'intera città.

Per il futuro si pensi a Canavaccio. La frazione va valorizzata offrendole nuove prospettive per far sì che il legame con Urbino sia a tutto tutto tondo, e non solo amministrativo, magari portandoci anche dei dipartimenti dell’Università. A sostenerlo, e a farne un punto cardine, è Italia Viva Urbino, come rimarcato dal presidente Lucio Venerucci durante l’annuncio ufficiale di partecipazione alle prossime amministrative con la coalizione ‘La città che verrà’ di Federico Scaramucci.

"La città di Urbino ha tra le sue peculiarità quella di essere incorniciata da molti borghi, ognuno con la sua specificità. Da molti anni si è creduto che l’unico modo per poter salvaguardarli e valorizzarli fosse quello di prestare attenzione esclusivamente alla manutenzione ordinaria - dicono dal partito -. Come Italia Viva Urbino, consapevoli dell’importanza della manutenzione, crediamo che il miglior modo per valorizzare le periferie della nostra città sia quello di creare opportunità economiche e servizi al loro interno, così da evitare spopolamento e fuga di giovani". Qui il modello è Canavaccio.

"Oggi il paese ha carenza di servizi, collegamenti e opportunità. La popolazione di Canavaccio ha come riferimento Fossombrone e Fermignano. Nel corso degli ultimi 10 anni è stata totalmente scollegata dalla città. Italia Viva Urbino ha da tempo lanciato l’idea, una volta conclusa la bonifica dell’ex Osca, di aprirci una sede dell’Università di Urbino. L’implementazione di un polo universitario nel borgo di Canavaccio lo rilancerebbe e darebbe vivacità economica al contesto riportando lì i servizi essenziali che ora mancano". "A differenza di chi vede il modello De Carlo e Carlo Bo come un problema per Urbino, noi, come tutta la coalizione guidata da Scaramucci, crediamo che l’ateneo sia una risorsa per la città e per le sue frazioni in quanto motore di sviluppo, opportunità e crescita - sottolinea Giovanni Alvarez, coordinatore della lista di Italia Viva -. Secondo noi occorre impegnarsi per raggiungere un modello di città diffusa che non trascuri i borghi e sappia garantire i servizi anche nelle aree più lontane dal centro storico".

fra. pier.