Magnifico: "Sto dalla parte dell’ex ct E avrei accettato quella maxi offerta"

Giro di opinioni tra campioni e sportivi pesaresi. L’ex capitano Vuelle: "Non cambierò idea su di lui". Andrea Magi, simbolo della boxe cittadina: "Non credo proprio che sia solo una questione di soldi".

Magnifico: "Sto dalla parte dell’ex ct  E avrei accettato quella maxi offerta"

Magnifico: "Sto dalla parte dell’ex ct E avrei accettato quella maxi offerta"

E loro, i campioni (o ex) dello sport pesarese, come hanno preso l’addio di Mancini alla Nazionale italiana e il sì ai sauditi e ai loro milioni? Walter Magnifico, indimenticato capitano e simbolo della Scavolini degli scudetti, premette: "Ho sempre avuto ed avrò sempre la massima stima di Roberto, che conobbi per la prima volta quando eravamo ragazzini io in Fortitudo e lui col Bologna nel lontano 1979 ed andavamo a mangiare nello stesso ristorante da Guido. Per non parlare dei suoi successi in campo ed in panchina: per me ha rappresentato l’ideale dello sportivo, nei suoi comportamenti e atteggiamenti, e niente mi farà cambiare idea su di lui". Quindi si mette nei panni di Mancini: "Se lo avrei fatto anch’io? Certamente sì. Ci sono situazioni e occasioni a cui è difficile rinunciare. Purtroppo in questi casi, come spesso succede, tanta gente, poi, diventa l’emblema della moralità e quindi giù a dare giudizi. Qui non si tratta di mancanza di rispetto verso l’Italia, la maglia azzurra o altro. Il denaro è entrato prepotentemente nello sport e a maggior ragione nel calcio che vive in un mondo a parte rispetto alle altre discipline, questa è la realtà e con questa dobbiamo farci i conti". Di parere opposto Luca Nardi, talento pesarese di tennis: "Personalmente non avrei fatto la scelta di Mancini".

Andrea Magi, già campione della boxe pesarese quando sfornava talenti di rilievo europeo e mondiale, dice: "Non penso che sia solo una questione di soldi. Lui avrebbe potuto continuare ad allenare i club e a guadagnare di più, invece scelse la Nazionale italiana. Penso che diversi episodi lo abbiano fatto stancare e poi magari lui ha preso la palla al balzo e se n’è andato: quando gli hanno detto che avrebbero cambiato lo staff tecnico. Mancini fa l’allenatore, ha vinto gli Europei con una squadretta, senza attaccanti, se avesse avuto carta bianca avrebbe continuato, ma quando il presidente federale ti cambia il personale allora le cose cambiano e certe scelte possono maturare. Avrebbero dovuto assecondarlo".

Per Maicol Azzolini, Nazionale emergenti e capitano dell’Under 20 ai Mondiali in Nuova Zelanda, ingaggiato dalla Fiorini Pesaro nei giorni scorsi, quella di Mancini "è stata una scelta non presa da un giorno all’altro, ma ponderata, anche perché cambiare Paese e stile di vita non è mai semplice. Penso che nel mondo di oggi il denaro, soprattutto parlando dell’Arabia, sia determinante. Ci saranno altri, come lui, che faranno questa scelta. Non so dire se l’avrei fatta anche io. Nel rugby il denaro conta meno, questo è uno sport molto povero dove invece conta ancora scegliere di giocare dove sei cresciuto, nella tua città d’origine, come ho fatto io".

Giorgio Ciaschini, già vice allenatore del Milan ai tempi di Ancelotti e per anni tra i suoi principali collaboratori, invita a non fare processi: "Ogni situazione va considerata conoscendo tutti i dettagli della vicenda. Sicuramente a quel livello non credo che i soldi siano la motivazione, visto che si ha una situazione già molto agiata. Indubbiamente in questa fase il mercato arabo sta modificando i suoi equilibri".

Davide Eusebi