BENEDETTA IACOMUCCI
Cronaca

Mattarella a Pesaro: "La cultura rigenera la pace"

Il presidente inaugura la Capitale 2024: "Conoscenza e coscienza presupposti della libertà, contro la guerra e il pensiero unico"

Mattarella a Pesaro: "La cultura  rigenera la pace"

Mattarella a Pesaro: "La cultura rigenera la pace"

Un evento che inizia con Mattarella e finisce con Rosa Chemical avrebbe sicuramente solleticato l’ironia del padrone di casa, Gioachino Rossini, genius loci di Pesaro Capitale della Cultura 2024, che ieri ha ricevuto la sua consacrazione alla presenza del Presidente della Repubblica, e sotto la conduzione brillante e non troppo ortodossa del mattatore Paolo Bonolis, che non ha mancato di sottolineare come la diretta pesarese abbia segnato anche il suo ritorno, benché fugace, in Rai.

D’altronde il “claim“ del progetto che ha visto Pesaro guadagnarsi lo scettro è “La natura della cultura“, e la natura, si è detto, è "mobile, operosa, vivente" ma pure "imprevedibile e ubiqua". E dunque a buon diritto può accomodarsi dappertutto, nelle liturgie istituzionali come nei glitter e nelle luci strobo di un palco rock. E proprio come a un concerto rock, con Mattarella paragonato da Bonolis a Bruce Springsteen, accolto dalla musica dell’Orchestra Olimpia composta da 50 musiciste, in ottomila si sono dati appuntamento sugli spalti della Vitrifrigo Arena, che poche ore prima aveva registrato un altro sold out con la data zero del tour di Claudio Baglioni e in notturna ha visto i tecnici al lavoro per smontare il palco e ricostituire il parquet per la sfida di basket. Quel basket degli anni epici della Scavolini, ricordati da Bonolis come peculiarità cittadine, insieme alla musica di Rossini ma anche di Luciano Pavarotti, e alle immancabili biciclette. Numi tutelari, ispiratori di un progetto che racconta bellezza, sostenibilità e pace.

"Cultura è conoscenza ma anche coscienza — ha detto il Presidente –. La cultura è un lievito che può rigenerare la pace. E con essa i valori umani che le guerre tendono a cancellare, indotti dagli estremismi nazionalistici". "La cultura — ha proseguito Mattarella — è il presupposto della nostra libertà, contro il monopolio del pensiero unico".

"Un giorno storico — ha detto il sindaco di Pesaro Matteo Ricci –, che dimostra che tutti vogliono essere parte di questa storia, una storia di grande orgoglio, come lei Presidente è il faro dell’orgoglio e dell’unità nazionale". E poi un appello a non disconoscere le proprie radici provinciali, che insegnano l’umiltà, "ma con l’ambizione di volare alto". L’ambizione che il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha ricordato di aver conosciuto, 5 anni fa, quando venne a Pesaro da giornalista per intervistare Landini, e già allora raccolse dal sindaco l’idea di candidarsi come Capitale della Cultura. "Pesaro è una linea di margine — ha detto il ministro –, una soglia tra mare e Appennino, tra Nord e Sud, una cerniera e un luogo di transito dove si ibridano culture e si intrecciano identità diverse. È questa la vostra unicità". Mentre a Rossini, Raffaello, Bramante, fino ad arrivare a Maria Montessori, Nazareno Strampelli ed Enrico Mattei si è richiamato il presidente delle Marche Francesco Acquaroli, in una carrellata di marchigiani di nascita o di acquisizione, "capaci di tracciare strade prima di altri, stimolati e ispirati da un palcoscenico naturale senza uguali".

"Oggi si parte davvero" ha chiosato il vicesindaco Daniele Vimini, ricordando un percorso costruito in mesi di condivisione con la città, con le sue forze creative, la sua eredità artistica, e l’attrazione che ancora esercita per artisti e musicisti. Infine il saluto carico d’affetto, affidato ad una lettera, della senatrice Liliana Segre, che ha chiamato Pesaro "città mia" e "luogo dell’anima", ricordando il marito Alfredo che qui incontrò, e il bisnonno materno che in via delle Scuole abitava. E poi le parole quasi sussurrate della poetessa Mariangela Gualtieri, che ha invitato a "innamorarci ogni giorno di una faccia, una pietra, una collina, una parola, un boccone. E allora la pace viene da sé e rimane". La pace che torna nei riferimenti a Rafah, con cui Pesaro è gemellata "e in cui stanno avvenendo delle atrocità" ha detto Ricci, e Kharkiv, in Ucraina.

Poi, spazio allo show: con la scenografia composta con la collaborazione dei 5mila sugli spalti, oltre che del Cern di Ginevra, come ha spiegato il direttore artistico Agostino Riitano. Nel pomeriggio, infine, le performance di Max Gazzè, Mirko Casadei e Rosa Chemical. Balli e musica fino alle 3. Un finale pop in una cornice poco istituzionale, ma capace di regalare grandi emozioni che i nostri giornali, media partner, sapranno raccontare.