Meteo e piaga burocrazia, agricoltura fanese in ginocchio

L'ex europarlamentare Francesco Baldarelli critica la risposta dei trattori a Fano, sottolineando la necessità di interventi strutturali per sostenere gli agricoltori locali e contrastare la concorrenza globale. Propone una redistribuzione dei profitti a favore dei produttori, una filiera trasparente e la gestione sostenibile del clima.

Meteo e piaga burocrazia, agricoltura fanese in ginocchio

Meteo e piaga burocrazia, agricoltura fanese in ginocchio

La marcia dei trattori a Fano sembra un lontano ricordo, ma i problemi per gli agricoltori locali non sono risolti. L’annata agraria dello scorso anno si è chiusa con pesanti difficoltà per le aziende agricole nostrane, che si dedicano quasi esclusivamente al seminativo, con qualche spazio a uliveti e vigneti.

Dapprima l’alluvione nel mese di maggio, poi i pesanti attacchi di peronospora ai vigneti, infine cali di rese al momento dei raccolti hanno determinato significative perdite di reddito per gli agricoltori. Se a questo si aggiunge l’aumento vertiginoso delle materie prime a seguito del conflitto Ucraina-Russia, il quadro negativo è presto completato. Sgravi fiscali e contributivi oltre alla revisione della Pac, più aderente alla realtà agricola italiana, sono questi gli interventi più immediati richiesti, ma bisogna guardare più avanti. È la tesi sostenuta da Francesco Baldarelli, ex sindaco di Fano, ed anche ex parlamentare europeo. "La nostra agricoltura basata su processi di qualità e di identità non può reggere la concorrenza globale dei grandi gruppi che operano in Canada, Ucraina, Argentina, Usa e Russia. L’Unione Europea nei trattati bilaterali si è poco curata della concorrenza dei processi produttivi – dice Baldarelli - non ha regolato le pratiche illegali sulla parte sociale e su quella ambientale che nei fatti determina prezzi minori a tanti concorrenti del nostro Paese. Occorre quindi combattere il dumping ambientale e sociale praticato nei paesi terzi che incide non solo sui prezzi ma pure sulla scarsa qualità dei prodotti agroalimentari. È il caso dei cereali canadesi che hanno residui chimici superiori ai nostri o della salsa di pomodoro prodotta da economie senza controlli che ha invaso anche il mercato italiano".

Per l’ex europarlamentare la risposta dei trattori non basta. "È miope. Rischia di riportare l’agricoltura italiana ad una qualità pessima e senza i tratti distintivi che l’hanno resa vincente nel mercato internazionale. Il vero tema – sostiene Francesco Baldarelli - è la redistribuzione dei profitti in favore dei produttori e una filiera produttiva chiara e rintracciabile che dica da dove vie e il prodotto e che cosa è stato pagato al produttore. Nella grande distribuzione è necessario cambiare marcia, favorire la lettura dei prezzi praticati ai produttori e offrire più spazi autogestiti per la vendita diretta. Infine la grande sfida del clima da qui al 2050 assegna alla agricoltura il ruolo decisivo nella gestione dei serbatoi di carbonio. La riduzione di CO2 è il confine avanzato che dovrà svolgere la nostra agricoltura. Un albero, una siepe, un prato pascolo, un frutteto, una gestione corretta biologica dei terreni e dei boschi imprigiona quantità inimmaginabili di anidride carbonica. Questa attività naturale è fatta gratuitamente dalle aziende ma deve essere considerata un valore".