Muraglia, il rebus dello sgombero In salita il cantiere dell’ospedale

L’area va liberata entro settembre 2024, ma gli spazi individuati non sono disponibili. Corsa contro il tempo

Muraglia, il rebus dello sgombero  In salita  il cantiere dell’ospedale

Muraglia, il rebus dello sgombero In salita il cantiere dell’ospedale

di Benedetta Iacomucci

Altri ostacoli nel percorso per la costruzione del nuovo ospedale. Mancano gli spazi in cui trasferire diversi reparti e servizi che si trovano nell’attuale area di Muraglia. Area che va liberata entro settembre 2024, proprio per far partire il cantiere per il nuovo ospedale di Pesaro. Che l’operazione non sia semplice, e non solo sotto il profilo logistico, lo si capisce già dai numeri: si tratta di trasferire 27 utenti dell’Rsa Tomasello; 18 dell’Srr (strutturea residenziale riabilitativa); 20 della comunità protetta femminile e altri 20 di quella maschile; per non parlare di tutti i reparti ospedalieri, gli uffici, la sede del Centro di salute mentale, la Psichiatria. In pratica, a Muraglia dovrebbe rimanere soltanto la cosiddetta ’Palazzina Solazzi’, quella della Radioterapia. Ma la strada è lunga.

La questione era già stata affrontata nell’accordo di programma tra Regione, Comune, Asur e Azienda ospedaliera Marche Nord, siglato un anno fa. In quel documento si stabiliva che l’Rsa Tomasello sarebbe stata ospitata nei locali del Santa Colomba (Casa Roverella); le due comunità protette dovevano trovare casa a Mombaroccio, nel nuovo Ospedale di Comunità da costruire nell’area del campo sportivo con i fondi del Pnrr; l’Srr a Galantara; il Centro di salute mentale con altri servizi (igiene alimenti, assistenza domiciliare integrata...) al Distretto di Pesaro, nella nuova sede che però ancora non è stata individuata.

Che è successo nel frattempo? "E’ successo che le strutture individuate in quell’accordo – spiega il commissario straordinario dell’Ast Gilberto Gentili – non saranno disponibili nelle date ipotizzate e vista l’impossibilità di individuare altri spazi idonei negli immobili di proprietà, abbiamo ritenuto di muoverci per tempo, predisponendo un’indagine di mercato al fine di sondare l’interesse dei privati e le disponibilità. Anche perché parliamo di trasferimenti temporanei ma che, ad essere ottimisti, si protrarranno per 67 anni". Tra i papabili c’è anche la nuova struttura, ancora cantierizzata, all’Apsella di Vallefoglia: il Centro Civitas Vitae Marche, un enorme complesso sociosanitario che porta la firma di William Guerra, Ceo del Gruppo Guerra Real Estate e project manager del Fondo Civitas Vitae.

Per quanto riguarda invece il Santa Colomba, la struttura sarebbe pronta: "Mancano solo – spiega Gino Grandoni, presidente del consorzio che gestisce la residenza protetta – piccoli lavori per realizzare impianti per l’ossigeno, ma si fanno in un mese". Il problema evidenziato dalle autorità sanitarie dipenderebbe però dalla scomoda distribuzione dei locali, su 4 piani. Si era anche valutata la possibilità di usare gli spazi dell’Rsa Cives di Villa Fastiggi, ma l’arrivo del gruppo Gvm di Cotignola ha cambiato le carte in tavola. Il problema di Galantara starebbe invece nell’obbligo, per la struttura, di adeguarsi ai nuovi criteri per l’accreditamento. Il che presuppone dei lavori incompatibili con la presenza di utenti. Infine, Mombaroccio: è totalmente da escludersi che l’Ospedale di Comunità sia pronto nei termini richiesti. Una eventualità della quale non si dispiaceranno i familiari degli utenti, che già contro quella soluzione, considerata del tutto inadeguata, avevano alzato le barricate.